giovedì 2 agosto 2012

TARANTO, IN PIAZZA MIGLIAIA DI OPERAI ILVA. SINDACATI CONTESTATI, È SCONTRO

TARANTO - Mattinata intensa su più fronti per i destini dello stabilimento Ilva di Taranto.
Nel capoluogo jonico migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione indetta dai sindacati contro la chiusura dello stabilimento che potrebbe avvenire se venisse confermato il decreto di sequestro per disastro ambientale disposto dalla magistratura tarantina.
La manifestazione è stata interrotta per circa mezz'ora dall'incursione di un centinaio di contestatori dei Cobas, ma si è poi conclusa senza incidenti dopo gli interventi dei leader sindacali nazionali, Angeletti (Uil), Bonanni (Cisl), Landini (Fiom), e Camusso (Cgil). In contemporanea a Bari, nella sede della presidenza della Regione Puglia, sono cominciati gli incontri convocati dal ministro per l'ambiente, Corrado Clini che, insieme con il governatore Nichi Vendola, incontra in successione le istituzioni e i parlamentari locali, il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante e, nel pomeriggio i leader sindacali.
La manifestazione di Taranto ha vissuto momenti convulsi anche se non vi sono stati incidenti. Dopo la partenza attorno alle nove da due punti differenti della città, due cortei si sono riuniti in piazza della Vittoria dove dal palco hanno cominciato a parlare i leader sindacali. Prima Angeletti , poi Bonanni. Dopo pochi minuti dall'inizio dell'intervento di Landini, nella piazza hanno fatto incursione i contromanifestanti che, a bordo di un Apecar da cui venivano diffusi fumogeni colorati, si sono fatti largo nella piazza tentando di raggiungere il palco.
Le forze dell'ordine sono riuscite a bloccarli, ma nel frattempo l'alimentazione dell'impianto di amplificazione è stata interrotta e il comizio è stato sospeso. Dopo avere letto un volantino contro i sindacati, accusati di essere troppo vicini all'Ilva, e di non difendere la salute di cittadini e lavoratori, i contestatori si sono allontanati e il comizio è ripreso con l'intervento conclusivo di Susanna Camusso.
Tutti i leader sindacali hanno detto all'unisono che è possibile e si deve «coniugare lavoro e ambiente» e che non si può pensare di risanare una fabbrica facendola chiudere. «Non accetteremo per nessuna ragione la chiusura - ha detto Angeletti - e se chiuderanno non staremo in silenzio ma staremo in piazza».
«È impensabile che si possano perdere ventimila posti di lavoro - ha detto Bonanni - Questa manifestazione vuole richiamare l'attenzione su un'emergenza nazionale». «Non si risana un impianto chiudendolo - ha detto Camusso - e per non contrapporre lavoro a salute bisogna continuare ad investire».

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