TOCOFOBIA O PAURA DEL PARTO
E’ abbastanza comune che l’ultimo mese di
gravidanza sia contraddistinto dall’emergere di ansie riguardanti il
momento del parto. Questo fenomeno è particolarmente accentuato nelle
primipare, ma è riscontrabile anche nei parti successivi
E’ abbastanza comune che l’ultimo mese di gravidanza sia contraddistinto
dall’emergere di ansie riguardanti il momento del parto. Questo fenomeno è particolarmente accentuato nelle primipare, ma è riscontrabile anche nei parti successivi in quanto ogni nascita è un momento a sè stante, che evoca timori e angosce legate alla propria salute e a quella del bambino.
Soprattutto se ci sono state delle complicazioni al
momento del primo parto è possibile che la donna viva con angoscia i
parti successivi. Un parto difficile, che ha comportato il pericolo di
vita per il bambino o per la mamma è infatti a pieno titolo un evento
capace di determinare un trauma psichico, che può a sua volta generare
un disturbo acuto da stress o un disturbo da stress post-traumatico.
Ma anche in condizioni non catastrofiche, poiché il concetto di trauma è sempre in relazione alla soggettività di chi lo vive, è possibile che una piccola complicazione perinatale possa essere fonte di successivi timori ed ansie in chi l’ha vissuta.
Però
la paura non aiuta ad affrontare questo momento, anzi, pensare alla
paura genera il panico, paralizza le nostre possibilità di fronteggiare
un evento, generando un circolo vizioso che si autoalimenta e che ha
solamente effetti negativi. Il pensiero negativo inoltre demotiva
profondamente le persone, spingendole in atteggiamenti fatalisti e
rinunciatari.
Che fare?
Alcune scuole di pensiero in psicologia sostengono che il miglior modo per superare la paura è affrontarla.
Molti trattamenti delle fobie semplici sono caratterizzati dal
decondizionamento attraverso una progressiva esposizione guidata agli
stimoli ansiogeni. Certamente si può essere sia favorevoli o meno ad
affrontare direttamente le proprie paure. Per questo non tutte le
persone sono adatte a certi tipi di terapie, senza considerare che l’esposizione diretta a ciò che si teme non è comunque l’unico strumento terapeutico.
Inoltre si può osservare che la paura del parto è senza dubbio qualcosa di molto diverso da una fobia oggettuale.
Però in questo senso il suggerimento che si può cogliere da queste
scuole di pensiero è quello di affrontare la paura senza negarla,
cercando il più possibile di condividerla sia con le persone
vicine che hanno già avuto quest’esperienza, sia con il partner, sia con
i professionisti della salute, quindi ginecologi, ostetriche,
psicologi, soprattutto se si sta frequentando un corso di preparazione al parto.
Per altre persone la tocofobia può essere legata a delle problematiche più profonde. Essa può infatti esprimersi con ansia o con crisi di angoscia intorno all’ultimo mese di gravidanza
ed essere connessa a temi di significato personale, come la paura dei
cambiamenti che deriveranno dalla nascita del bambino, nella propria
vita, nella relazione di coppia, nell’equilibrio della famiglia, o
ancora possibili sentimenti di inadeguatezza al ruolo materno, paura di non farcela da sola nella cura del bambino. Possiamo quindi ad esempio trovarci nel caso di una sintomatologia da attacchi di panico
che si manifesta a partire dall’ultimo trimestre di gravidanza oppure
sia dato il caso di un pensiero ossessivo sul momento del parto o sul
bambino, che la persona può attribuire alla paura di partorire, ma che
invece riflette alcuni temi individuali più profondi.
In presenza di
una sintomatologia clinica di una certa rilevanza è auspicabile
considerare la possibilità di vederci un po’più chiaro, ad esempio
attraverso l’aiuto di una psicoterapia
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