martedì 4 settembre 2012

TOCOFOBIA O PAURA DEL PARTO

Non sentirti in imbarazzo

E’ abbastanza comune che l’ultimo mese di gravidanza sia contraddistinto dall’emergere di ansie riguardanti il momento del parto. Questo fenomeno è particolarmente accentuato nelle primipare, ma è riscontrabile anche nei parti successivi

E’ abbastanza comune che l’ultimo mese di gravidanza sia contraddistinto dall’emergere di ansie riguardanti il momento del parto. Questo fenomeno è particolarmente accentuato nelle primipare, ma è riscontrabile anche nei parti successivi in quanto ogni nascita è un momento a sè stante, che evoca timori e angosce legate alla propria salute e a quella del bambino.

Soprattutto se ci sono state delle complicazioni al momento del primo parto è possibile che la donna viva con angoscia i parti successivi. Un parto difficile, che ha comportato il pericolo di vita per il bambino o per la mamma è infatti a pieno titolo un evento capace di determinare un trauma psichico, che può a sua volta generare un disturbo acuto da stress o un disturbo da stress post-traumatico.
birthMa anche in condizioni non catastrofiche, poiché il concetto di trauma è sempre in relazione alla soggettività di chi lo vive, è possibile che una piccola complicazione perinatale possa essere fonte di successivi timori ed ansie in chi l’ha vissuta.





Però la paura non aiuta ad affrontare questo momento, anzi, pensare alla paura genera il panico, paralizza le nostre possibilità di fronteggiare un evento, generando un circolo vizioso che si autoalimenta e che ha solamente effetti negativi. Il pensiero negativo inoltre demotiva profondamente le persone, spingendole in atteggiamenti fatalisti e rinunciatari.

 Che fare?
Alcune scuole di pensiero in psicologia sostengono che il miglior modo per superare la paura è affrontarla. Molti trattamenti delle fobie semplici sono caratterizzati dal decondizionamento attraverso una progressiva esposizione guidata agli stimoli ansiogeni. Certamente si può essere sia favorevoli o meno ad affrontare direttamente le proprie paure. Per questo non tutte le persone sono adatte a certi tipi di terapie, senza considerare che l’esposizione diretta a ciò che si teme non è comunque l’unico strumento terapeutico

Inoltre si può osservare che la paura del parto è senza dubbio qualcosa di molto diverso da una fobia oggettuale. Però in questo senso il suggerimento che si può cogliere da queste scuole di pensiero è quello di affrontare la paura senza negarla, cercando il più possibile di condividerla sia con le persone vicine che hanno già avuto quest’esperienza, sia con il partner, sia con i professionisti della salute, quindi ginecologi, ostetriche, psicologi, soprattutto se si sta frequentando un corso di preparazione al parto.
Per altre persone la tocofobia può essere legata a delle problematiche più profonde. Essa può infatti esprimersi con ansia o con crisi di angoscia intorno all’ultimo mese di gravidanza ed essere connessa a temi di significato personale, come la paura dei cambiamenti che deriveranno dalla nascita del bambino, nella propria vita, nella relazione di coppia, nell’equilibrio della famiglia, o ancora possibili sentimenti di inadeguatezza al ruolo materno, paura di non farcela da sola nella cura del bambino. Possiamo quindi ad esempio trovarci nel caso di una sintomatologia da attacchi di panico che si manifesta a partire dall’ultimo trimestre di gravidanza oppure sia dato il caso di un pensiero ossessivo sul momento del parto o sul bambino, che la persona può attribuire alla paura di partorire, ma che invece riflette alcuni temi individuali più profondi.
In presenza di una sintomatologia clinica di una certa rilevanza è auspicabile considerare la possibilità di vederci un po’più chiaro, ad esempio attraverso l’aiuto di una psicoterapia

 

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