lunedì 1 ottobre 2012

DDL ANTICORRUZIONE, IL PDL PRESENTA UN ALTRO EMENDAMENTO "SALVA-RUBY"



ROMA - Gran parte del mondo politico e di quello economico chiede che il ddl Anticorruzione venga approvato al più presto. Anche per rilanciare l'economia e invogliare gli investimenti stranieri. Ma nel Pdl c'è chi, come i senatori Luigi Compagna e Maria Alessandra Gallone provano a cambiare il testo, ora all'esame di Palazzo Madama, scatenando le reazioni dell'opposizione.
Oltre alla proposta di modifica che punta a far sì che il reato di concussione si concretizzi solo in presenza di un danno patrimoniale (l'ormai noto emendamento Sisto, dal nome di Francesco Paolo Sisto che lo aveva presentato anche alla Camera), la coppia di parlamentari ne mette a punto un altro che potrebbe mettere a rischio i processi in corso per concussione, compreso quello 'Ruby' che vede imputato Berlusconi.
L'emendamento non è di quelli che colpisce perchè dice semplicemente che la parola «indebitamente» debba essere sostituita dal termine «illecitamente». Ma l'effetto che potrebbe produrre si annuncia dirompente: cambia infatti la condotta di reato e così, per il duplice principio del 'favor reì e della 'successione della leggè, i procedimenti attualmente in corso diventerebbero a rischio. Un imputato infatti non può venir condannato per un reato diverso da quello di cui è stato accusato. Il Guardasigilli Paola Severino, quando aveva spacchettato la concussione in due diverse fattispecie era stata molto attenta a non cambiare la condotta del reato. Proprio per salvare i processi in piedi al momento dell'entrata in vigore della legge. Se invece la proposta Compagna-Gallone passasse questa garanzia non si avrebbe più.
Eppure il presidente del Senato Renato Schifani, proprio oggi, si era detto «fiducioso e ottimista» sul fatto che i lavori in Commissione e in Aula procedessero velocemente. «È una richiesta ormai unanime che viene dal Paese - ha detto - di dotarlo di una legge che dia anche una risposta immediata ed efficace ai fatti di corruttela che stanno scuotendo pesantemente l'opinione pubblica». Ma questa proposta di modifica, insieme ad altre del Pdl, come quella ad esempio (firmata da Antonino Caruso) che, riducendo la pena per il reato di abuso d'ufficio impedirebbe di far scattare l'arresto, rischia di rallentare l'iter. A meno che il ministro della Giustizia non decida di accogliere la richiesta che arriva forte da Pd, Udc e Terzo Polo di mettere il voto di fiducia così come aveva fatto a Montecitorio.
Ma proprio per scongiurare il ricorso a questa 'decisione estremà del governo, il vicepresidente dei senatori Pdl Gaetano Quagliariello assicura: «Se il ministro della Giustizia modificasse davvero il ddl nei punti che abbiamo indicato e cioè il 'Traffico di influenze illecitò e la procedibilità a querela di parte per la 'Corruzione tra privatì noi saremmo anche pronti a rinunciare ai nostri emendamenti». In attesa di capire cosa succederà da qui al 15 ottobre, giorno in cui il presidente della commissione Giustizia Filippo Berselli assicura che il testo verrà licenziato per l'Aula, la polemica politica esplode.
Il capogruppo Pd in commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti accusa il Pdl di continuare, nonostante il momento critico, ad «occuparsi solo degli interessi del capo». Mentre il presidente dei senatori Democrat Anna Finocchiaro invita il ministro a chiedere la fiducia perchè «non se ne può più di questi emendamenti pericolosi scritti da solerti scudieri». Il capogruppo Idv Felice Belisario poi lancia un appello all'esecutivo: non ceda «al ricatto del Pdl» è un «colpo di coda di un partito che perde il pelo ma non il vizio». Domani comincia l'illustrazione degli emendamenti. Per i primi voti si dovrà attendere la prossima settimana.

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