mercoledì 3 ottobre 2012

LA PAZIENTE DEVE ABORTIRE, IL MEDICO LA PICCHIA. "PENSAVO FOSSE DROGATA"

 
NAPOLI - Era andata al Policlinico per un aborto spontaneo, ma l'anestesia non era stata somministrata nel modo corretto e dunque non aveva
fatto effetto. A causa di un errore del personale la paziente si è ritrovata semplicemente narcotizzata sul lettino e per farla calmare il medico le ha messo le mani al collo, l'ha percossa e l'ha ricoperta di insulti.
I fatti si sono svolti lo scorso 22 dicembre. Secondo la ricostruzione del pm Giovanni Corona, la donna, R. R., era stata narcotizzata dal medico radiologo V. I. che non aveva atteso l'arrivo del collega anestesista per la procedura di embolizzazione propedeutica all'intervento di interruzione di gravidanza.
Poiché la donna ha cominciato ad agitarsi per l'errato dosaggio del tranquillante, il medico la prende a schiaffi, le afferra e stringe i polsi, le mette le mani al collo e la minaccia dicendole che, se non si calma, suo figlio rimarrà orfano. Quindi la insulta, chiamandola «stronza» e «tossicodipendente». In seguito alle percosse, la paziente ha riportato la rottura della vena brachiale destra e ha denunciato l'accaduto.
Il medico radiologo è stato interdetto dalla professione per due mesi. Interrogato dal pm, l'indagato si è difeso sostenendo che poiché la paziente non aveva reagito al sedativo a base di oppiacei, ne fosse assuefatta e quindi tossicodipendente.

Nessun commento:

Posta un commento