MILANO - Cinquantamila euro di ammenda e diffida al Verona. Lo ha deciso il giudice sportivo in merito ai fatti di Livorno-Verona di sabato 20 ottobre, quando da parte di un gruppetto di ultras veronesi si erano innalzati cori offensivi nei confronti di Morosini, il giocatore del Livorno morto in campo lo scorso 14 aprile.
Secondo alcune indiscrezioni, i cori avrebbero offeso direttamente la madre di Morosini.
POLIZIA: "DASPO PRIMA DI SABATO" Erogare i provvedimenti Daspo prima della partita di sabato 27 ottobre allo Stadio Bentegodi tra Verona e Virtus Lanciano: è quanto intendono fare le Digos di Verona e di Livorno che stanno operando in stretto contatto tra loro per identificare prima possibile i responsabili dei cori contro l'ex calciatore livornese Piermario Morosini, morto la scorsa stagione in campo a Pescara per un problema cardiaco. I cori sono stati lanciati da una parte della tifoseria scaligera nel corso della partita Livorno-Verona di domenica scorsa. Gli investigatori lavorano senza sosta e stanno ultimando la visione dei filmati per ricostruire - anche dal labiale - chi si è lasciato andare a quella che il sindaco di Verona Flavio Tosi ha definito un'azione «inammissibile». Oggi Tosi ha contattato un cugino del calciatore scomparso e gli ha rinnovato le scuse a nome della città, dicendosi colpito e dispiaciuto per quanto avvenuto. Il sindaco ha confermato che, a fronte del procedimento giudiziario, il Comune di Verona si costituirà parte civile. I tifosi, parte dei quali domenica scorsa ha anche eseguito il saluto romano, rischiano anche l'incriminazione per diffamazione. I loro Daspo, ha annunciato il Questore di Livorno, saranno «molto lunghi».
IL GIUDICE: "POCHI ULTRÀ, SQUALIFICA ERA TROPPO" La condotta illecita da parte di uno «sparuto gruppo di tifosi» del Verona non deve essere «eccessivamente penalizzante nei confronti della società e della quasi totalità della tifoseria che ha manifestato, a più riprese e con le modalità più disparate, il più ampio disprezzo per quanto accaduto». Così il giudice sportivo di B motiva la scelta di non penalizzare il club veneto per i cori anti-Morosini con squalifica del campo o porte chiuse, sanzioni che «pure sarebbero state formalmente corrette». Il giudice sportivo, l'avvocato Emilio Battaglia, nel comminare 50 mila euro di multa al Verona con diffida, ha ritenuto i cori di uno 'sparutò gruppo di ultras veronesi durante l'incontro di sabato scorso «un fatto grave da censurare oltre che moralmente anche a livello sanzionatorio e ciò anche a causa della potenziale incidenza sull'ordine pubblico per l'evidente contenuto provocatorio dei cori in questione». Nella decisione si è tenuto inoltre conto, come attenuanti, delle iniziative della società per dissociarsi dai cori.
TOSI: "ATTO DI 20 DEFICIENTI, IO VADO IN CURVA" «Su cinquemila che vanno in Curva Sud allo stadio di Verona, ci sono venti deficienti. Il punto è solo questo. Dunque continuerò ad andare in curva». Lo dice Flavio Tosi, sindaco leghista di Verona, a 'La Zanzarà su Radio 24 dopo la decisione del Comune di costituirsi parte civile contro i tifosi veronesi che hanno intonato cori contro il giocatore del Livorno Morosini, scomparso lo scorso aprile. «Una cosa sono le offese su un ragazzo che non c'è più - rileva Tosi - altro i cori contro i meridionali. I cori beceri ci sono in ogni stadio italiano. Ricordo che una parte della tifoseria del Napoli devastò una stazione, ma questo non viene mai citato. I tifosi del Verona sono come gli altri, non peggio». Non sarebbe il caso di chiudere quel settore per un pò di tempo, chiedono i conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo? «E perché? Quando ci furono i fatti di Catania si decise di chiudere la curva? Non si colpiscono cinquemila ragazzi per venti deficienti. Non prendo le distanze da tutta questa gente. Le persone vanno colpite singolarmente». Il coro 'devi morirè che spesso si sente è accettabile? «Quello lo sentiamo dalla notte dei tempi - risponde Tosi - anche nelle partite di strapaese, chi non lo vuole sentire vada al Teatro dell'Opera. Allora decidiamo che allo stadio non si parla più. Nel caso di Morosini ci potrebbe essere l'oltraggio».
Secondo alcune indiscrezioni, i cori avrebbero offeso direttamente la madre di Morosini.
POLIZIA: "DASPO PRIMA DI SABATO" Erogare i provvedimenti Daspo prima della partita di sabato 27 ottobre allo Stadio Bentegodi tra Verona e Virtus Lanciano: è quanto intendono fare le Digos di Verona e di Livorno che stanno operando in stretto contatto tra loro per identificare prima possibile i responsabili dei cori contro l'ex calciatore livornese Piermario Morosini, morto la scorsa stagione in campo a Pescara per un problema cardiaco. I cori sono stati lanciati da una parte della tifoseria scaligera nel corso della partita Livorno-Verona di domenica scorsa. Gli investigatori lavorano senza sosta e stanno ultimando la visione dei filmati per ricostruire - anche dal labiale - chi si è lasciato andare a quella che il sindaco di Verona Flavio Tosi ha definito un'azione «inammissibile». Oggi Tosi ha contattato un cugino del calciatore scomparso e gli ha rinnovato le scuse a nome della città, dicendosi colpito e dispiaciuto per quanto avvenuto. Il sindaco ha confermato che, a fronte del procedimento giudiziario, il Comune di Verona si costituirà parte civile. I tifosi, parte dei quali domenica scorsa ha anche eseguito il saluto romano, rischiano anche l'incriminazione per diffamazione. I loro Daspo, ha annunciato il Questore di Livorno, saranno «molto lunghi».
IL GIUDICE: "POCHI ULTRÀ, SQUALIFICA ERA TROPPO" La condotta illecita da parte di uno «sparuto gruppo di tifosi» del Verona non deve essere «eccessivamente penalizzante nei confronti della società e della quasi totalità della tifoseria che ha manifestato, a più riprese e con le modalità più disparate, il più ampio disprezzo per quanto accaduto». Così il giudice sportivo di B motiva la scelta di non penalizzare il club veneto per i cori anti-Morosini con squalifica del campo o porte chiuse, sanzioni che «pure sarebbero state formalmente corrette». Il giudice sportivo, l'avvocato Emilio Battaglia, nel comminare 50 mila euro di multa al Verona con diffida, ha ritenuto i cori di uno 'sparutò gruppo di ultras veronesi durante l'incontro di sabato scorso «un fatto grave da censurare oltre che moralmente anche a livello sanzionatorio e ciò anche a causa della potenziale incidenza sull'ordine pubblico per l'evidente contenuto provocatorio dei cori in questione». Nella decisione si è tenuto inoltre conto, come attenuanti, delle iniziative della società per dissociarsi dai cori.
TOSI: "ATTO DI 20 DEFICIENTI, IO VADO IN CURVA" «Su cinquemila che vanno in Curva Sud allo stadio di Verona, ci sono venti deficienti. Il punto è solo questo. Dunque continuerò ad andare in curva». Lo dice Flavio Tosi, sindaco leghista di Verona, a 'La Zanzarà su Radio 24 dopo la decisione del Comune di costituirsi parte civile contro i tifosi veronesi che hanno intonato cori contro il giocatore del Livorno Morosini, scomparso lo scorso aprile. «Una cosa sono le offese su un ragazzo che non c'è più - rileva Tosi - altro i cori contro i meridionali. I cori beceri ci sono in ogni stadio italiano. Ricordo che una parte della tifoseria del Napoli devastò una stazione, ma questo non viene mai citato. I tifosi del Verona sono come gli altri, non peggio». Non sarebbe il caso di chiudere quel settore per un pò di tempo, chiedono i conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo? «E perché? Quando ci furono i fatti di Catania si decise di chiudere la curva? Non si colpiscono cinquemila ragazzi per venti deficienti. Non prendo le distanze da tutta questa gente. Le persone vanno colpite singolarmente». Il coro 'devi morirè che spesso si sente è accettabile? «Quello lo sentiamo dalla notte dei tempi - risponde Tosi - anche nelle partite di strapaese, chi non lo vuole sentire vada al Teatro dell'Opera. Allora decidiamo che allo stadio non si parla più. Nel caso di Morosini ci potrebbe essere l'oltraggio».
Nessun commento:
Posta un commento