L'AQUILA - «Chiunque avesse letto la prima pagina della relazione del progettista Botta e si fosse attivato avrebbe potuto salvare otto giovani». A sostenerlo, nel corso dell'udienza del processo per il crollo della Casa dello studente, è il perito Maria Gabriella Mulas,
docente del Dipartimento Ingegneria strutturale del Politecnico di
Milano, che per conto del giudice Giuseppe Grieco ha stilato una
relazione di oltre 1.300 pagine per chiarire i motivi del crollo. Nel
corso dell'udienza le parti e i consulenti delle difese hanno formulato
le ultime domande al perito. Alla fine dell'udienza la Mulas ha
abbracciato i famigliari delle vittime. Il processo e stato rinviato al
primo dicembre. Gli indagati nel processo erano inizialmente undici, ma
la posizione del progettista Claudio Botta, 92 anni, è stata stralciata.
Dei rimanenti dieci, otto ad aprile scorso sono stati ammessi al rito
abbreviato: si tratta di Carlo Giovani, Bernardino Pace, Pietro
Centofanti, Tancredi Rossicone, Massimiliano Andreassi, Pietro
Sebastiani, Luca Valente e Luca D'Innocenzo; Valter Navarra e Claudio
Gaudiano sono invece nella fase dell'udienza preliminare
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