ROMA - Il 17
dicembre scade il tempo per pagare la seconda rata dell'Imu. A un mese
di distanza, Roma scopre di essere in testa alla classifica italiana per
quanto riguarda il costo della tassa sulla seconda casa, mentre sulla
prima pagano di più solo a Torino.I dati dell’ufficio studi della Confappi (la Confederazione piccola proprietà immobiliare) parlano: per la prima casa l’imposta a Roma è di 1.843 euro in centro, 1.154 nelle zone semi-centrali e 373 in periferia. Più che raddoppiate le cifre per la seconda casa: 4.332 euro in centro, 2.869 in quartieri semicentrali e 1.214 in periferia.
La differenza tra le città italiane è dovuta alle aliquote Imu stabilite da ogni Comune e dal calcolo degli estimi catastali. Lo scorso giugno l'aliquota era quotata al 4 per mille sulla prima casa e al 7,6 per cento sulla seconda, con un incasso calcolato di un miliardo di euro. Intanto però c'è stato un ritocchino verso l'alto, con l'ultima rata che è pari al 5 per mille per la prima casa e al 10,6 per mille sulla seconda.
Eugenio Batelli, presidente dell’Acer, l’associazione dei costruttori edili di Roma e Provincia, propone un punto di vista meno drammatico di quanto appare in reltà la situazione: «Ha pesato più il chiacchiericcio che il reale impatto economico, che è ancora tutto da valutare. L’effetto negativo sul mercato immobiliare c’è stato e ci sarà, ma io lo considero figlio di un clima generale del Paese. Questa imposta è stata presentata male, ha subito un’enfasi davvero eccessiva. Per mesi - spiega Batelli - si è ipotizzato un intervento sui beni di lusso, una patrimoniale, poi l’unica azione per fare veramente cassa è stata rivolta alla casa. Così, l’Imu è sembrata un’aggressione al patrimonio immobiliare anche se in realtà non lo era». Anche sul primato nelle graduatorie delle province italiane il presidente dell’Acer evita enfatizzazioni: «Per quanto riguarda la prima casa non cambia un granché rispetto a prima. Al di là delle previsioni, io aspetterei di vedere i dati veri. Noi abbiamo calcolato che per una casa dal valore di 200.000 euro in periferia si pagherebbero tra i 400 e i 450 euro complessivi, se così fosse non sarebbe un aumento drammatico».
Non altrettanto ottimisti i commercianti romani, preoccupati del fatto che a breve il carico dell'Imu possa riflettersi non solo sui proprietari degli immobili: «Questa seconda rata avrà conseguenze drammatiche», avverte Nazzareno Sacchi, presidente romano della Fipe (la federazione dei pubblici esercizi). «Ci si chiede che cos’è la crisi ed ecco una dimostrazione pratica. L’Imu è a carico dei proprietari, ma è ovvio che in poco tempo i costi ricadranno anche sui conduttori. Questo vale per chi sta facendo nuovi contratti o per chi li deve rinnovare a breve. Nel giro di due o tre anni vedremo gli effetti anche su tutti gli esercizi». Vista dai commercianti, l’Imu penalizza tutta l’economia: «Saranno immediate con ricadute sull’occupazione - prosegue Sacchi -. Poniamo che io abbia deciso un ampliamento dell’esercizio o un qualunque investimento, anche se il mio contratto di locazione va rinnovato fra qualche anno, ci penso due volte a spendere altri soldi. E questo vale soprattutto per eventuali assunzioni».
Nessun commento:
Posta un commento