giovedì 8 novembre 2012

BIMBI UCCISI A PERUGIA, IL MESSAGGIO DEL PADRE: "HO FATTO QUEL CHE CI VUOLE"

Umbertide, il luogo della tragedia


PERUGIA - Continuano le indagini sul caso dei due bambini uccisi dal padre in provincia di Perugia. La contestazione della premeditazione dell'omicidio dei due figli è legata ad un trovata dai carabinieri in casa di Mustapha Hajjaji, a Città di Castello: l'uomo lascerebbe trasparire la volontà di uccidere qualcuno. «Ho fatto la cosa che ci vuole» avrebbe tra l'altro scritto l'uomo.

Dall'indagine dei carabinieri - coordinati dalla procura di Perugia - è tra l'altro emerso come l'uomo sapesse che martedì sera la moglie sarebbe stata al lavoro come sempre faceva. Da Città di Castello ha quindi raggiunto la periferia di Umbertide con un'auto fino a pochi giorni prima in uso alla moglie. La donna l'aveva restituita all'uomo portando con sè i due bambini. La vettura è stata trovata vicino all'abitazione del duplice delitto.


PADRE TRASFERITO
Sarà trasferito domani dall'ospedale di Città di Castello a quello di Perugia Mustapha Hajjaji, ricoverato in stato di arresto per avere tentato di suicidarsi dopo avere ucciso i figli. E sempre domani sarà affidato l'incarico per l'autopsia sui bambini che potrebbe svolgersi già in giornata. Il trasferimento di Hajjaji da Città di Castello a Perugia - ha reso noto la direzione della struttura tifernate - è stato deciso alla luce del progressivo miglioramento delle condizioni cliniche dell'uomo e per gli adempimenti giuridici da svolgere. Domani mattina sarà intanto affidato l'incarico per l'autopsia al medico legale Sergio Scalise Pantuso. Questo ha comunque già chiesto di essere affiancato dal professor Mauro Bacci.

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