giovedì 29 novembre 2012

COME ABITUARE IL NEONATO AL BIBERON QUANDO SI ALLATTA

 Papà che allatta con il biberon
Quando una mamma rientra al lavoro dopo aver avuto un bebè, fra i tanti motivi di preoccupazione, ha anche quello della gestione dell'allattamento, a partire
dal fatto che non è certa che continuare ad allattare possa semplificare la vita a lei ed al suo piccolo.
Il temporaneo distacco dovuto al lavoro e la gestione del latte tirato, che questo distacco comportano, possono certamente essere impegnativi sotto molti punti di vista sia per il bambino che per la mamma, ma è spesso provato dalle mamme che il mantenimento dell'allattamento può ripagare ampiamente degli sforzi fatti!
Molte mamme sanno infatti che, quando torneranno casa, potranno recuperare in un abbraccio dolcissimo, tenendo il loro bimbo al seno, il tempo perduto e la lontananza: continuare ad allattare, dando il latte tirato con un metodo alternativo durante l'assenza, permette a molte mamme infatti di mantenere alta la loro produzione e così di continuare la relazione al seno fintanto che andrà bene per sé e per il proprio bambino.

Preparere il bambino al distacco è una buona strategia?

Se una mamma deve lasciare il bambino e decide di tirare il latte lasciandolo a chi si occupa di lui, molto spesso è portata a pensare che sia meglio “abituare il bambino” prima del rientro effettivo al lavoro alla modalità di somministrazione alternativa scelta. Tengo particolarmente a dire che in genere non è necessario anticipare la simulazione del distacco dal seno. 
I motivi per cui abituare il bambino a modalità alternative al seno non è necessario sono principalmente due:
  • innanzitutto perché il bambino nel giro di pochissimo tempo acquisisce nuove facoltà e quindi spesso ciò che fa fatica a gestire in un certo momento, riesce invece a padroneggiare agevolmente qualche settimana più tardi;
  • inoltre questa pratica di “abituare” anticipatamente, rischia a volte di aumentare l'ansia materna e di rendere meno sereno l'allattamento. Finché mamma e bambino possono stare insieme, invece, dovrebbero potersi godere le poppate e trascorrere il tempo serenamente!!

  • Cosa si può fare per agevolare il distacco?

    Una cosa che la madre può fare, prima del momento in cui inizierà il lavoro, è, piuttosto, organizzarsi in modo che il bimbo prenda confidenza -insieme a lei- dei luoghi in cui verrà portato e della persona che si occuperà di lui. Conoscendoli e percependo la serenità della madre nei confronti di tutto ciò egli si affiderà a queste novità e accetterà più facilmente il cambiamento.

    La suzione al seno e la suzione al biberon

    Diverse sono le modalità di somministrazione del latte, a seconda dell'età del bambino.
    Una mamma libera professionista in alcuni casi infatti potrebbe avere necessità di assentarsi saltuariamente pur avendo un bimbo molto piccolo, mentre altre mamme avranno un bimbo più cresciuto con il quale gestire la somministrazione alternativa.

    Cerchiamo di distinguere le differenti situazioni, tenendo anche conto che spesso si considera, in mancanza del seno, una scelta necessaria l'uso del biberon. Non è affatto così.
    Somministrare il latte con un biberon, infatti, nelle prime settimane di vita di un bambino, può portare a serie conseguenze per il successo dell’allattamento.
    E' vero che il biberon è di facilissima reperibilità, può essere economico ed è veloce da dare al bambino, ma è importante tener presente che biberon e succhiotti possono confondere la suzione del bambino, portandolo spesso, se molto piccolo, a rifiutare il seno o a poppare scorrettamente.

    Caratteristiche della poppata al seno

    Se esaminiamo una poppata, infatti, possiamo notare che, quando un bambino è al seno, tiene la bocca ben aperta e la lingua fuori dal bordo gengivale, compiendo un complesso movimento “ad onda” con la lingua e le mascelle che gli permettono di drenare efficacemente il seno; la punta del capezzolo, inoltre, arriva in fondo alla bocca del bambino, alla congiunzione fra il palato duro e quello molle. Attaccato al seno, insomma, egli prende in bocca un grosso boccone di seno, in modo che il capezzolo arrivi fin in fondo alla bocca e dando uno stimolo che innesca il riflesso di suzione: solo se vengono garantite queste condizioni il bambino comincia a poppare.

    Caratteristiche della poppata al biberon

    Se consideriamo invece quando il bambino succhia al biberon, egli tiene la bocca molto più chiusa: questo avviene specialmente proprio con quei biberon, con punta corta e con base larga, che sono pubblicizzati per essere simili al seno materno. La punta della tettarella gli arriva così a metà della bocca e la lingua, di conseguenza, non viene estesa, ma viene tenuta dentro il bordo gengivale. Il movimento della bocca diviene quindi un semplice “apri e chiudi” che serve al bambino per comprimere la tettarella del biberon e far fluire il latte nella sua bocca! E' facile comprendere che questo movimento, se replicato al seno,  è completamente inefficace per estrarre il latte e può risultare molto doloroso per la mamma.
    Le tettarelle dei biberon, inoltre, non sono morbide come il seno della mamma, quindi il bambino rischierà di abituarsi ad uno stimolo molto più forte in bocca.

    Spesso un bambino confuso dal biberon non riuscirà a riconoscere il seno - perché non è abbastanza rigido- e non riuscirà ad attaccarsi. Nel caso lo facesse, potrebbe non scattare in lui il riflesso di suzione che gli permetterebbe di cominciare a poppare efficacemente. Molti bambini, invece, anche se riuscissero ad attaccarsi e a poppare, non riusciranno a farlo efficacemente, non drenando a sufficienza il seno, con conseguenze sul seno della mamma e sull'accrescimento.
    E' da considerare anche che alcuni bambini potrebbero rifiutare il biberon: questo oggetto, completamente diverso dal seno, da cui esce latte della mamma, può infatti per loro rappresentare un mezzo di somministrazione totalmente incoerente o addirittura allarmante!

    Come si può dare il latte materno al bambino senza usare il biberon? 

    Per i motivi illustrati, nel caso in cui il bambino sia molto piccolo e la mamma debba assentarsi per lavoro, si preferisce, per salvare la possibilità di continuare ad allattare, usare dei metodi che non confondano la suzione del bambino.

    Il bicchierino

    Il bicchierino è certamente un modo di somministrazione economico, di facile reperibilità e di facilissima pulizia. Non confonde la suzione del bambino né lo abitua ad uno stimolo troppo forte in bocca tale da compromettere l'innesco del riflesso di suzione. L’alimentazione col bicchierino avviene utilizzando infatti un piccolo bicchierino, possibilmente con i bordi leggermente arrotondati, ad esempio un bicchierino di vetro come quelli da liquore; se si preferisce, tuttavia, esistono in commercio dei bicchierini appositi con un bordo arrotondato e sporgente.
    Per effettuare la somministrazione con questo sistema è ovviamente importante che il bambino venga tenuto in grembo in una posizione la più verticale possibile, avvolto in un lenzuolino o una copertina, per evitare che, con i movimenti delle mani e delle braccia, colpisca il bicchierino, rovesciandone il contenuto.
    Il bicchierino dovrebbe essere riempito per circa 2/3 di latte materno tiepido e dovrebbe essere appoggiato al labbro e alla gengiva inferiore del bimbo, inclinandolo in modo che il latte sfiori il bordo. Si può eventualmente bagnare leggermente le labbra del bambino con un po’ di latte, per incoraggiarlo a sorbirlo dalla tazza, ma è importante non versare il latte direttamente in bocca. Il bambino leccherà così il latte, bevendolo senza alcuna fatica.
    L’unico svantaggio del bicchierino può essere la scomodità di riempirlo ripetutamente, soprattutto quando è necessario somministrare grosse quantità di integrazioni. Per questo motivo, esiste in commercio un dispositivo che funziona con lo stesso principio: è una specie di biberon che, al posto della tettarella ha una coppetta di silicone provvista di valvola. Premendo fra le dita questa valvola, si riempie la coppetta, simile ad un profondo cucchiaio. L'utilizzo è lo stesso del bicchierino, ma non ha lo svantaggio di dover essere continuamente riempito.

    Scegliere il biberon più adatto

    Se si desidera invece usare comunque il biberon, sarebbe meglio sapere come usarlo e quale scegliere, per causare meno danni possibili all’allattamento. Sono da evitare i biberon con una tettarella con una base molto larga e la punta corta e stretta, proprio come quelli  solitamente pubblicizzati per “essere simili al seno materno”, perché i bambini tendono a prendere solo la punta della tettarella, tenendo la bocca molto chiusa e la lingua retratta, dato che la tettarella gli arriva solo a metà della bocca. Meglio evitare anche le tettarelle troppo rigide, che abituano il bambino ad una stimolazione troppo forte in bocca.
    E' dunque preferibile scegliere un biberon del tipo “classico”, con una tettarella morbida di larghezza media e con la punta lunga.

    I fori sulla punta devono essere di dimensioni tali che il bambino riesca a svuotare il biberon in circa 15/20 minuti; il flusso deve essere, perciò, piuttosto lento, in modo che il bambino riesca a gestire meglio l’apporto di latte che desidera senza subirne passivamente una quantità superiore a quella effettivamente necessaria a riempire il suo stomaco.

    Posizione del bambino quando poppa dal biberon

    E' importante tenere il bambino più verticale possibile, come se fosse seduto, e il biberon in posizione orizzontale, inclinandolo in alto, man mano che si svuota, solo quel poco che serve per riempire la tettarella di latte, evitando che il bambino butti la testa all’indietro.
    La modalità meno confondente dell'uso del biberon è proprio quella che riproduce la suzione al seno, che abbiamo considerato sopra: si introduce la tettarella del biberon completamente in bocca al bambino, in modo che le sue labbra sfiorino la ghiera e la punta della tettarella possa raggiungere il fondo della bocca, tra la congiunzione fra il palato duro e quello molle. In questo modo si cerca di imitare la posizione in cui si trova il capezzolo durante l’allattamento.

    E' importante osservare il bambino per cogliere ogni segnale di stress: occhi sgranati o accigliati, bere senza respirare o, peggio, diventare cianotico, il bere con troppa avidità.

    Per i bambini più grandini

    Quanto abbiamo visto fin'ora non è però necessario per i bambini più grandicelli: essi non hanno generalmente bisogno di usare accorgimenti particolari, non incorrendo più nel rischio di confusione, ma soprattutto essendo molti di loro in grado di gestire una tazza o un bicchiere normali. Non è il caso per loro di usare strumenti particolari o costosi: il biberon non è un passaggio obbligato per il bambino allattato.
    Alcune mamme, inoltre, quando il bimbo è pronto per i cibi solidi, se lo ritengono utile, possono utilizzare il latte tirato per la colazione, accompagnato dai biscotti preferiti, oppure per preparare purè, semolini o altri piatti graditi al bimbo.
    Alcuni bambini, poi, pur avendo a disposizione il latte della mamma con un sistema di somministrazione adeguato, dato da una persona conosciuta ed amorevole e nonostante tutti gli accorgimenti possibili, potrebbero tendere a rifiutare il latte tirato ed attendere il ritorno della mamma. Essi potrebbero mettersi a dormire a lungo, proprio all'orario in cui di solito, avendo a disposizione la mamma, avrebbero poppato o, comunque, non dimostrarsi interessati a nutrirsi. In questi casi la mamma, appena ritorna in casa, viene impegnata in una poppata molto più lunga del solito.

    Credo che in conclusione possa essere utile ricordare anche questo aspetto, perché ritengo che il suggerimento finale sia comunque quello di organizzarsi per bene mantenendo però sempre un margine di manovra per aggiustare la gestione della situazione, in base alla reazione del piccolo. Solo vivendo i primi giorni di lontananza si potrà verificare effettivamente cosa succede e quindi capire cosa funziona e cosa invece è da modificare.

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