Ha messo sotto accusa la casa famiglia dove il figlio e' ospite dopo
essere stato prelevato a forza da scuola a Cittadella e lanciato un
appello per poterlo vedere tutti i giorni; poi, quasi a sorpresa, ha
proposto all'ex marito il ritiro, da parte di entrambi, di tutte le
denunce.
A qualche settimana di distanza da un episodio che aveva
scatenato una valanga di polemiche, la madre del bambino di 10 anni
conteso dai genitori ha deciso di ''rompere il silenzio'' che si era
imposta. Assieme al suo legale, l'avv. Girolamo Andrea Coffari, ha
indetto una conferenza stampa per denunciare quelle che sarebbero, a
parer suo, ''illegalita'' e mala gestione'' da parte della Casa famiglia
dove il figlio ''e' seguito a vista'' e da dove il ragazzino ''medita
di scappare per tornare a casa''.
La donna ha confidato di temere
ritorsioni e che non le facciano piu' vedere il figlio che ha
incontrato solo due volte, il 30 ottobre e il 6 novembre, per un'ora
ogni volta: ''sempre sotto gli occhi di una volontaria. Ma la situazione
si era incancrenita e andava verso il delirio'' . Il legale ha
annunciato invece di essersi rivolto al Tribunale dei Minori di Venezia
per segnalare ''una gestione illecita della regolamentazione di visita
tra la madre e il figlio che va contro la sentenza della corte d'Appello
anche nelle minime garanzie che assicura al bambino quando parla di
rapporti di pariteticita''.
Al centro delle accuse della donna,
soprattutto, la figura di un'assistente (''l'interfaccia tra la casa
famiglia e la madre'' ha spiegato il legale), che deciderebbe su tutto.
''Non e' possibile - ha incalzato la madre - che ci sia solo una
persona, senza titoli, a gestire la situazione''. Ha riferito che
l'intermediatrice l'avverte sempre all'ultimo momento, stabilendo la
visita del ragazzino la sera prima per l'indomani, e che l'ha costretta
''ad un viaggio in stile mafioso, senza chiarire il motivo, per vedere
in una bar i consulenti e l'ex marito, invece di trovarsi in una sede
piu' consona, come quella degli assistenti sociali''. La madre ha
reclamato poi che la donna voleva, prima che incontrasse il figlio,
farle firmare un patto di riservatezza, e un contratto con i costi dei
consulenti (100 euro all'ora, 300 ogni comparizione) e una penale di 10
mila euro in caso di violazione, anche se la colpa fosse stata del
padre. ''Non l'ho firmato e, fortunatamente, mi ha fatto vedere mio
figlio lo stesso''. Altra critica mossa dalla madre e' sulla
''scomparsa'' dei due consulenti: ''si sono esposti favorevolmente - ha
detto - perche'' vedessi una volta al giorno e secondo un programma
stabilito. Ora sono spariti''.
Ha ribadito che non avrebbe indetto
una conferenza stampa se le fosse stato fissato un calendario delle
visite con il figlio, se non le fosse stato negato di vederlo ''come fa
il papa' che sta con lui a pranzo e a cena''. A suo dire, sono poi false
le notizie indicanti che il figlio e' tranquillo: ''mi ha detto che sta
male, che e' seguito a vista e che non lo fanno uscire. Una volta e'
andato al cinema, un'altra in piscina e sempre sotto stretta
sorveglianza. Fisicamente sta abbastanza bene, e' molto provato a
livello psicologico e non e' vero che ha ritrovato la serenita'' - ha
osservato - e non la ritrovera' se non riprende la sua vita. Vuole
tornare alla sua scuola a Cittadella''.
Un'ammissione infine la
madre l'ha fatta in merito alla sua corresponsabilita' nella gestione di
questa vicenda: ''tutti sbagliamo, io per prima. Sono stata troppo
protettiva e ho ascoltato troppo le ansie di mio figlio quando mi
parlava del suo disagio col padre. Ho fatto degli errori, ma perche''
punire il bambino?''.
Nessun commento:
Posta un commento