giovedì 8 novembre 2012

PADOVA,BIMBO CONTESO PARLA LA MAMMA

Padova, bimbo conteso: parla la mamma


Ha messo sotto accusa la casa famiglia dove il figlio e' ospite dopo essere stato prelevato a forza da scuola a Cittadella e lanciato un appello per poterlo vedere tutti i giorni; poi, quasi a sorpresa, ha proposto all'ex marito il ritiro, da parte di entrambi, di tutte le denunce.
A qualche settimana di distanza da un episodio che aveva scatenato una valanga di polemiche, la madre del bambino di 10 anni conteso dai genitori ha deciso di ''rompere il silenzio'' che si era imposta. Assieme al suo legale, l'avv. Girolamo Andrea Coffari, ha indetto una conferenza stampa per denunciare quelle che sarebbero, a parer suo, ''illegalita'' e mala gestione'' da parte della Casa famiglia dove il figlio ''e' seguito a vista'' e da dove il ragazzino ''medita di scappare per tornare a casa''.
La donna ha confidato di temere ritorsioni e che non le facciano piu' vedere il figlio che ha incontrato solo due volte, il 30 ottobre e il 6 novembre, per un'ora ogni volta: ''sempre sotto gli occhi di una volontaria. Ma la situazione si era incancrenita e andava verso il delirio'' . Il legale ha annunciato invece di essersi rivolto al Tribunale dei Minori di Venezia per segnalare ''una gestione illecita della regolamentazione di visita tra la madre e il figlio che va contro la sentenza della corte d'Appello anche nelle minime garanzie che assicura al bambino quando parla di rapporti di pariteticita''.
Al centro delle accuse della donna, soprattutto, la figura di un'assistente (''l'interfaccia tra la casa famiglia e la madre'' ha spiegato il legale), che deciderebbe su tutto. ''Non e' possibile - ha incalzato la madre - che ci sia solo una persona, senza titoli, a gestire la situazione''. Ha riferito che l'intermediatrice l'avverte sempre all'ultimo momento, stabilendo la visita del ragazzino la sera prima per l'indomani, e che l'ha costretta ''ad un viaggio in stile mafioso, senza chiarire il motivo, per vedere in una bar i consulenti e l'ex marito, invece di trovarsi in una sede piu' consona, come quella degli assistenti sociali''. La madre ha reclamato poi che la donna voleva, prima che incontrasse il figlio, farle firmare un patto di riservatezza, e un contratto con i costi dei consulenti (100 euro all'ora, 300 ogni comparizione) e una penale di 10 mila euro in caso di violazione, anche se la colpa fosse stata del padre. ''Non l'ho firmato e, fortunatamente, mi ha fatto vedere mio figlio lo stesso''. Altra critica mossa dalla madre e' sulla ''scomparsa'' dei due consulenti: ''si sono esposti favorevolmente - ha detto - perche'' vedessi una volta al giorno e secondo un programma stabilito. Ora sono spariti''.
Ha ribadito che non avrebbe indetto una conferenza stampa se le fosse stato fissato un calendario delle visite con il figlio, se non le fosse stato negato di vederlo ''come fa il papa' che sta con lui a pranzo e a cena''. A suo dire, sono poi false le notizie indicanti che il figlio e' tranquillo: ''mi ha detto che sta male, che e' seguito a vista e che non lo fanno uscire. Una volta e' andato al cinema, un'altra in piscina e sempre sotto stretta sorveglianza. Fisicamente sta abbastanza bene, e' molto provato a livello psicologico e non e' vero che ha ritrovato la serenita'' - ha osservato - e non la ritrovera' se non riprende la sua vita. Vuole tornare alla sua scuola a Cittadella''.
Un'ammissione infine la madre l'ha fatta in merito alla sua corresponsabilita' nella gestione di questa vicenda: ''tutti sbagliamo, io per prima. Sono stata troppo protettiva e ho ascoltato troppo le ansie di mio figlio quando mi parlava del suo disagio col padre. Ho fatto degli errori, ma perche'' punire il bambino?''.

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