BOLOGNA - «Prego per la tua morte politica e no». È una delle minacce postate sulla pagina Facebook di Federica Salsi, la consigliera comunale a 5 Stelle nel mirino di Grillo dopo la partecipazione a Ballarò. Minacce che l'hanno spinta a presentare una denuncia alla Procura di Bologna.
Le hanno scritto anche: «Gentaglia che crepi alla svelta». «Se hai figli, glieli facciamo togliere, perchè se non vuoi bene a Grillo allora non sei una brava donna e non sei una brava madre».
«Il contenuto dei commenti, per il linguaggio utilizzato volgare e scurrile, per i riferimenti del tutto indebiti alla mia famiglia e ai miei figli, per le minacce di morte in essi contenute, mi hanno profondamente turbato», scrive la Salsi nella denuncia: «quei commenti sono unicamente volti a ingenerare in me timore, prospettando un male ingiusto al fine di diminuire la mia libertà di pensiero e morale».
C'è un precedente analogo, sempre a Bologna: anche Giovanni Favia, il consigliere regionale paladino della democrazia interna 'sfiduciatò da Grillo, fu minacciato di morte sulla sua pagina Facebook. Con frasi come «Diamo un senso all'inceneritore: buttiamoci Favia», «ti prenderemo a schiaffi», «Favia andrebbe sgozzato in piazza». Era il 13 settembre e Favia presentò denuncia ai Carabinieri di Bologna, incassando la solidarietà di tutte le forze politiche.
Le hanno scritto anche: «Gentaglia che crepi alla svelta». «Se hai figli, glieli facciamo togliere, perchè se non vuoi bene a Grillo allora non sei una brava donna e non sei una brava madre».
«Il contenuto dei commenti, per il linguaggio utilizzato volgare e scurrile, per i riferimenti del tutto indebiti alla mia famiglia e ai miei figli, per le minacce di morte in essi contenute, mi hanno profondamente turbato», scrive la Salsi nella denuncia: «quei commenti sono unicamente volti a ingenerare in me timore, prospettando un male ingiusto al fine di diminuire la mia libertà di pensiero e morale».
C'è un precedente analogo, sempre a Bologna: anche Giovanni Favia, il consigliere regionale paladino della democrazia interna 'sfiduciatò da Grillo, fu minacciato di morte sulla sua pagina Facebook. Con frasi come «Diamo un senso all'inceneritore: buttiamoci Favia», «ti prenderemo a schiaffi», «Favia andrebbe sgozzato in piazza». Era il 13 settembre e Favia presentò denuncia ai Carabinieri di Bologna, incassando la solidarietà di tutte le forze politiche.
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