TREVISO - «Sono anni che uso questo contrassegno per le persone
disabili, nessuno s'è mai
accorto che fosse contraffatto. In fondo, non
vedo cosa ci sia di male». La dirigente di un'Usl trevigiana ha
confessato con candore la sua mancanza di senso civico quando la polizia
locale di San Vito di Cadore le ha contestato l'utilizzo improprio del
documento. La falsificazione è un reato penale, come ha spiegato il comandante dei vigili di San Vito, l'ispettore Lorenzo Fenzi. Ora per la donna, così come per un professionista e un commercialista, è scattata la denuncia alla Procura della Repubblica di Belluno, oltre al sequestro del contrassegno e alla relativa sanzione prevista dal Codice della strada.
Nel caso della dirigente dell’Usl e del commercialista, uno dei due contrassegni era una fotocopia a colori, poi plastificata, mentre per l'altro non ci si era limitati alla riproduzione con lo scanner e la stampante, ma si era arrivati perfino all'inserimento dell'ologramma, quel bollo prismatico che riflette la luce. L'unica differenza, rispetto a un lasciapassare vero, era la mancanza del timbro a secco.
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