sabato 19 gennaio 2013

SISMA L'AQUILA, IL PREFETTO RISE: "FINSI COMMOZIONE. L'INGV: "L'ALLERTA FU DATA"




L'AQUILA - Una gesto che ha indignato in molti e che i magistrati hanno confermato. Poco dopo il suo insediamento nella carica di Prefetto dell'Aquila, città sconvolta dal terremoto, Giovanna Iurato «scoppiava a ridere ricordando come si era falsamente commossa davanti alle macerie e ai bimbi rimasti orfani». È quanto stigmatizzano i pm di Napoli commentando una telefonata del prefetto intercettata.
"UNA RISATA INGIUSTIFICABILE" I magistrati napoletani - titolari dell'inchiesta sugli appalti per la sicurezza nell'ambito della quale Iurato è indagata per turbativa d'asta - fanno riferimento a una telefonata fra la stessa Iurato e il prefetto Francesco Gratteri, intercettata il 28 maggio 2010. «Commentando la sua prima giornata ufficiale - scrivono i pm - nella città martoriata dal terremoto (definita sarcasticamente da Iurato 'una città inesistente, che non c'e»), scoppiava a ridere, ricordando come si era (falsamente) commossa davanti alle macerie e ai bambini rimasti orfani. Una risata non giustificabile dalle circostanze e dagli eventi tragici di quelle ore, che avrebbero imposto al rappresentante del Governo di assumere comportamenti ben diversi e non certo (a proposito di cinismo) legati alla predisposizioni di condotte e strumenti atti a prevenire e/o scongiurare indagini in corso«. La vicenda è riportata nella richiesta di misure cautelari firmata dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo e dai pm della Dda Vincenzo D'Onofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli.
INTERDIZIONE PER IZZO E IURATO Il gip di Napoli Claudia Picciotti ha firmato un'ordinanza di interdizione dai pubblici uffici nei confronti dei prefetti Nicola Izzo, ex vicecapo della Polizia, e Giovanna Iurato, ex prefetto dell'Aquila, indagati nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per la sicurezza.
LE POLEMICHE Dopo le molte polemiche sulla prevenzione sul sisma dell'Aquila L'Ingv afferma: «L'allarme e la comunicazione del rischio erano stati chiaramente dati, per le proprie competenze, dai sismologi», dichiara in una nota l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) commentando le motivazioni della sentenza di primo grado del processo dell'Aquila, emessa il 22 ottobre scorso.
LE DICHIARAZIONI DEI SISMOLOGI I sismologi, osserva l'Ingv in una nota, hanno «elaborato e messo a disposizione del Paese la mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale, la cui ultima versione, aggiornata nel 2006 - tre anni prima del terremoto dell'Aquila - è legge dello Stato». Questa mappa, «che rappresenta uno strumento importantissimo per la prevenzione sismica, era ed è ben nota. Nella mappa, L'Aquila ricadeva in una zona ove la pericolosità sismica è massima, indipendentemente dal fatto che ci fossero o meno delle sequenze sismiche in atto». Tutto questo «è stato discusso nella riunione del 31 marzo del 2009», rileva l'Ingv riferendosi alla riunione della Commissione Grandi Rischi cui si riferisce la sentenza. Gli esperti dell'Ingv ritengono che «il progresso per la mitigazione dei rischi naturali debba essere basato sulla conoscenza della pericolosità del territorio, sulla riduzione della vulnerabilità e sulla consapevolezza dell'esposizione al rischio. Ciò è raggiungibile solo attraverso l'azione congiunta di scienziati, istituzioni, autorità locali, operatori dei media e società». I sismologi rilevano infine che «purtroppo dal 2009 a oggi poco è stato fatto per migliorare la capacità di affrontare i rischi connessi con i fenomeni naturali. Noi riteniamo urgente intraprendere una nuova strada, civile e moderna, in cui scienziati, Protezione Civile, governo, amministratori locali, cittadini contribuiscano, ognuno per il proprio ruolo, a creare un sistema capace di affrontare e convivere con i rischi naturali». Per questo motivo, conclude la nota, «rinnoviamo il nostro impegno per la ricerca, per la comunicazione e per il dialogo con la società e le popolazioni dei territori a rischio».

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