venerdì 1 giugno 2012

SISMA, LA FUGA DEI TURISTI. CENTINAIA DI DISDETTE DALLA RIVIERA AL LAGO DI COMO

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ROMA - Trema anche il turismo. Come un effetto domino, il terremoto sta raggiungendo anche zone che con le scosse non hanno avuto a che fare. Accade infatti che, soprattutto all'estero, le immagini del sisma che ha colpito soprattutto l’Emilia stiano provocando un allarmismo tale che tanti turisti, per la prossima estate, daranno forfait.
A risentirne, tutto il tessuto turistico dell’Italia nord-orientale, dalla Riviera romagnola al Lago di Como, passando per le coste del Veneto. E allora l'Enit, l’Agenzia nazionale del turismo, e la Struttura di missione per il rilancio dell'immagine dell'Italia stanno preparando una campagna straordinaria di comunicazione sui mercati esteri per scongiurare ulteriori danni all’economia. «Stanno arrivando le prime disdette di turisti stranieri - spiega Maurizio Melucci, assessore del turismo in Emilia Romagna e membro del Cda dell'Enit - all'estero vengono duffuse notizie allarmistiche, in alcuni casi si tratta di sciacallaggio da parte di Paesi competitors. Dobbiamo evitare effetti devastanti sul turismo, balneare e non, nel nord Italia». E non si tratta di timori infondati. «Già l'anno scorso abbiamo sfiorato lo stato di crisi del settore del turismo – denuncia Amalio Guerra, presidente di Assoviaggi – ora le cose stanno andando anche peggio: la stagione non è proprio partita. La disinformazione all’estero è tale che mi stanno chiamando molti tour operator da tutto il mondo, anche dall'Australia, per sapere se l'Italia è ancora in piedi. Ma sulla Riviera romagnola non ci sono stati danni: dobbiamo rialzarci, soprattutto per aiutare le città veramente devastate dal terremoto».
Dello stesso parere anche Patrizia Rinaldis, presidente dell’Associazione degli albergatori di Rimini: «Rischiamo il disastro sul disastro, qui si vive di turismo. Riceviamo centinaia di telefonate al giorno tra disdette e richieste di informazioni sullo stato della riviera. Le scosse da noi sono state lievi eppure la gente disdice per luglio. Siamo qui, invece, per ospitare i veri terremotati: tra loro c'è anche chi, come una famiglia di Carpi, vuole contribuire al soggiorno: una dignità impressionante». In apprensione anche le strutture ricettive del lago di Como: «Proprio nel rispetto di chi ha avuto danni e perdite di cari, chiediamo di non generalizzare – sottolinea Andrea Camesasca, vicedirettore dell'associazione albergatori di Como, per Confcommercio – se fermiamo il turismo qui si ferma tutto».

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