Una folta schiera di corpicini tra le dodici e le ventisei settimane di vita,
risalenti presumibilmente a una decina di anni fa e abbandonati in
macabri contenitori che custodiscono chissà quali segreti (alcuni dei
quali erano oltretutto aperti e contenevano feti mummificati). Li ha trovati Sergei Tvritinov,
un pescatore di quella zona ai piedi degli Urali, mentre stava andando
tranquillamente a pescare con alcuni amici. Ora quei 248 feti umani
rinchiusi in contenitori da cinquanta litri riempiti di formaldeide sono
oggetto delle indagini degli investigatori, dopo che il ministro della
Sanità russo ha definito l’episodio «una violazione medica inammissibile
dal punto di vista morale ed etico». E Vladimir Vlasov, a capo del
governo regionale, promette giustizia, assicurando che i responsabili
della foresta degli orrori saranno puniti.
LE VARIE IPOTESI - Si potrebbe
trattare di reperti biologici susseguenti ad aborto provenienti da
quattro ospedali differenti della zona, mentre secondo altre fonti
potrebbero essere riconducibili a nascite premature o ad aborti
spontanei. Ma dietro a tutte queste ipotesi rimane l'allarme lanciato
dai medici e dai responsabili della sanità russa, che da tempo
richiamano l'attenzione sul traffico di embrioni e feti usati per
illegali trattamenti di bellezza. Da tempo infatti gira la voce che
esistano organizzazioni criminali in Russia e in Ucraina dedite al
traffico di feti abortiti dai quali verrebbero poi estratte staminali
per provvedere a seni o a zigomi che cedono. Il sospetto che i feti
scaricati in quella foresta risalgano a questi aberranti test e fossero
destinati alle esigenze di un’utenza ricca che insegue la bellezza a
tutti i costi rende chiaramente ancor più triste la vicenda.
REAZIONI - La leader del comitato
parlamentare “Donne, Famiglia e Figli”, Olga Batalina ha commentato:
“spero che il comitato investigativo stabilirà dov’è successo, in quale
area, in quale ospedale e chi ha organizzato queste azioni criminali”.
Mentre la Chiesa Ortodossa ne ha subito approfittato per enfatizzare la propria opposizione all’aborto,
parlando di degrado della nostra società. In Russia la legge
sull’interruzione di gravidanza prevede che sia possibile abortire entro
le dodici settimane, salvo per i casi di stupro o per ragioni mediche.
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