mercoledì 26 settembre 2012

ROMA, MANCA AMBULANZA: CICLISTA MUORE DI INFARTO A 200 METRI DALL'OSPEDALE

 
ROMA - Ha dovuto aspettare l’arrivo dell'ambulanza, restando lì a terra a meno di duecento metri dal policlinico di Tor Vergata. È accaduto ieri mattina, ad un
ciclista sessantenne caduto dalla sua bicicletta e morto poi in ospedale in arresto cardiocircolatorio.
L'uomo, amante delle due ruote, al momento dell’incidente si trovava lungo via dell'Archiginnasio: lo stradone che, al di là della rotatoria, porta direttamente al policlinico. È morto, quindi, a due passi dall’ospedale. Quando è giunto al pronto soccorso, infatti, per il suo cuore non c’era più nulla da fare. Per il trasporto in ospedale, i soccorsi sono dovuti arrivare dalla postazione del 118 più vicina, quella di Tor Bella Monaca.
Questa del resto è la procedura richiesta ma, per i pazienti rimasti a terra e per i parenti in attesa di un medico che possa salvare una vita umana, sembra davvero un paradosso. Durante l'attesa per i soccorsi, infatti, da una parte lo sguardo cercava con ansia l'arrivo dell'ambulanza in fondo alla strada mentre dall'altro restava ad osservare, impotente, il policlinico universitario tra i più grandi d'Italia. Immobile, poco più in là.
L'ambulanza, assicurano dall'Ares 118, è stata chiamata da un telefono cellulare alle 10.02 ed è giunta sul posto, partendo da Tor Bella Monaca, alle 10.09.
Ma allora si sarebbero potuti risparmiare minuti preziosi se i soccorsi fossero partiti direttamente dal Policlinico? «Non è possibile – spiega Beniamino Susi, direttore del Dea di Tor Vergata, presente in sala rossa al momento dell'arrivo del paziente – al policlinico non abbiamo in dotazione un'ambulanza per uscire ed intervenire sugli incidenti più vicini. Ed è chiaro che soccorrere un paziente senza la giusta attrezzatura sarebbe un rischio enorme. I soccorsi devono arrivare dalle postazioni territoriali. Purtroppo sono storie che si ripetono: è già accaduto in passato in Piemonte e al San Camillo di Roma ma i medici non possono farci nulla. E' chiaro che se il paziente si trova all'esterno ma proprio a ridosso dell'ospedale usciamo a raccoglierlo, magari usando la nostra attrezzatura interna. Ma la regola non è questa».

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