Maternità, ma quanto mi spetta? Questa domanda,
tutt’altro che scontata, riguarda molte delle donne che saranno presto
neo-mamme se è vero che il numero dei dipendenti occupati a tempo
determinato è aumentato del 4,7% a oltre 2 milioni di persone (dati
Istat del 1° trimestre 2012), con un picco tra i giovani (il 56% del
totale) ma anche tra gli over 34, età intorno alla quale si è ormai
posticipato il lieto evento. E allora termini come maternità
obbligatoria, congedo facoltativo e periodo di allattamento hanno perso
di significato e non rappresentano più certezze in un momento già di per
sé così delicato. Ma vediamo nel dettaglio di quali tutele si può
comunque usufruire e in quali termini.
Il congedo maternità obbligatorio: che cos'è?
Il
congedo di maternità obbligatorio è un periodo di cinque mesi (due mesi
precedenti la data presunta del parto e tre dopo) nei quali la donna
per legge deve astenersi dal lavoro. Il congedo di maternità è
riconosciuto alla madre lavoratrice anche nei casi di adozioni e/o
affidamenti (nazionali e internazionali) di minori. L’obbligatoria
riguarda dal 2007 anche le lavoratrici iscritte alla Gestione Separata
dell’Inps, mentre non è prevista per le lavoratrici autonome assicurate
alle relative gestioni Inps.
Il congedo maternità: a chi spetta e quando
A
chi spetta l'indennità di maternità? Alle lavoratrici dipendenti del
settore privato, alle lavoratrici autonome, alle lavoratrici iscritte
alla Gestione Separata dell’Inps ed, in alcuni casi, anche alle madri
cessate o sospese dall’attività lavorativa.
Congedo maternità: come richiederlo e chi paga
Come
richiedere il congedo maternità? E chi paga l'indennità? Per le
lavoratrici dipendenti, l’indennità di maternità viene anticipata dal
proprio datore di lavoro. Il pagamento è effettuato direttamente
dall’Inps in casi particolari.
Congedo per malattia del bambino e per allattamento
Cosa
fare se il bambino si ammala? Entrambi i genitori, in via alternativa,
hanno diritto di astenersi dal lavoro per i periodi corrispondenti alla
malattia di ciascun figlio. Inoltre durante il primo anno di ciascun
figlio, la mamma se dipendente può avere diritto al permesso orario
giornaliero per l’allattamento.
Il divieto di licenziamento della mamma lavoratrice
La
legge vieta al datore di lavoro di licenziare la lavoratrice madre
dall’inizio del periodo di gravidanza fino al compimento di un anno di
età del bambino. La legge interviene a tutelare la lavoratrice
riconoscendole l’indennità di maternità anche nel caso in cui la stessa
presenti le dimissioni volontarie nel periodo che va dall’inizio della
gestazione fino al compimento di un anno di vita del bambino.
Guida al congedo paternità
E'
in via di attuazione una proposta di legge dell’attuale Governo per
introdurre entro i 5 mesi di vita del bambino 3 giorni di congedo
obbligatori e utilizzabili SOLO dal padre, in linea con tutti gli altri
Paesi europei (paternità obbligatoria). Il padre altrimenti è titolare
di un congedo obbligatorio solo in determinati casi. Il padre è invece
co-titolare, in alternanza con la mamma, del periodo di sei mesi di
congedo parentale facoltativo (retribuito al 30%).
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