ROMA - Medici che davano ormoni in surplus ai bambini per maggiorare i
loro guadagni. E c'era un vero e proprio tariffario per piazzare quegli
ormoni a più piccoli. È emerso anche questo dall'inchiesta condotta dai
Nas e coordinata dalle Procure di Bologna e Busto Arsizio e che vede
indagati 67 medici di ospedali pubblici e privati e 12 informatori
scientifici. Gli informatori farmaceutici applicavano puntualmente il
tariffario: oltre duemila euro per ogni nuovo paziente, tra cui molti bimbi. Ma per i medici non c'erano solo soldi o regali. All'Umberto I di Roma,
ad esempio, per alcuni medici la merce di scambio erano anche stipendi
in nero e false attestazioni di partecipazione a congressi a New York
per giustificare le assenze dal servizio. Il tutto in cambio di 60 nuovi
pazienti a cui prescrivere un farmaco per l'ormone della crescita.
Nello stesso caso Š stato «promesso» ad un medico compiacente anche il
pagamento di una quota del contratto di ricercatrice per 50mila euro
all'anno, per otto anni a partire dal 2010. Dall'inchiesta del Nas è
emerso comunque che la 'tariffà versata dagli informatori farmaceutici
variava a seconda del tipo e della durata della terapia. Alcune somme di
denaro e regali venivano anche ricevuti preventivamente con la promessa
di nuovi pazienti. Inoltre ai medici venivano anche regalati vestiti,
computer e viaggi. Tra i farmaci prescritti soprattutto ai bambini,
alcuni in sovradosaggio e abbastanza costosi, c'erano l'Omnitrope, un
ormone della crescita con il principio attivo della Somatropina, e il
Binocrit, un farmaco che fa aumentare la produzione di globuli rossi.
Entrambi sono utilizzati come anabolizzanti e considerati sostanze
dopanti. Ma dagli atti dell'inchiesta emergerebbe anche che la Sandoz
sapeva e avrebbe agito al suo interno anche con provvedimenti
disciplinari. Nel corso delle perquisizioni di ieri ad opera dei Nas
sarebbero state sequestrate alcune lettere di richiamo della Sandoz ai
suoi capi area che avevano offerto soldi, viaggi e 'favorì a medici
compiacenti che prescrivevano ormoni in sovradosaggio. Nelle lettere,
risalenti al 2012, veniva contestata ai dipendenti «la loro condotta
illecita» e le missive sarebbero state scritte dopo alcune perquisizioni
che avrebbero «allertato» i vertici della Sandoz sull'inchiesta dei
Nas. Inoltre sarebbe stato sequestrato anche un «Memorandum riservato»
del 7 febbraio 2012 sulle «condotte dei dipendenti della Sandoz spa
coinvolti nelle indagini della Procura di Roma e di Busto Arsizio». In
una nota la casa farmaceutica sottolinea «di avere collaborato appieno
con le autorità nel corso dell'inchiesta e di avere intrapreso severe
azioni disciplinari nei confronti dei dipendenti coinvolti». Comunque
ciò emerge è che il sistema messo in piedi dai 67 informatori era
imponente: gli ospedali coinvolti in tutta Italia sono oltre 40 e tra
questi ci sono anche strutture pediatriche d'eccellenza.
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