Capita molto spesso che la quinta e le sesta malattia vengano confuse, forse a causa del nome molto simile o perché sembra che l’unica differenza tra le due sia… solo un numero! In realtà si tratta di due malattie molto diverse tra loro
Capita molto spesso che la quinta e le sesta malattia vengano confuse,
forse a causa del nome molto simile o perché sembra che l’unica
differenza tra le due sia…solo un numero! In realtà si tratta di due
malattie molto diverse tra loro.
La quinta malattia è conosciuta anche con il nome di megaloeritema o eritema infettivo ed è causata dal parvovirus B19: è molto frequente nel periodo che va da marzo a maggio. Si tratta di una malattia generalmente non pericolosa che non necessita di cure perché è provocata da un virus; tra l’altro, dal momento che non è infettante non è necessario che il bambino si assenti dalla scuola durante il decorso della malattia. Nel caso di pazienti con particolari malattie del sangue il decorso può essere più grave. Un discorso a parte deve essere fatto per quanto riguarda la quinta malattia in gravidanza. In questo caso anche se la malattia non influisce sullo sviluppo del feto, può comunque comportare un rischio di aborto che va dal 3% al 9% nelle prime venti settimane di gestazione e scende allo 0,5% dopo la ventiduesima settimana.
C’è da dire però che il 60% delle donne in età fertile sviluppa degli articorpi contro la quinta malattia e può succedere anche che molte l’abbiano avuta senza accorgersene perché essa può decorrere senza che si manifesti alcun sintomo. I sintomi della malattia si manifestano in 2 fasi: inizialmente la parte che viene colpita è il volto con le guancie che diventano rosse. Dopo un intervallo di tempo di 3 o 4 giorni su altre parti del corpo (in particolare gambe e glutei) compaiono delle chiazze con il bordo arrossato e il centro chiaro che tendono a confluire tra loro. L’esantema (cioè l’arrossamento della pelle) agli arti e ai glutei tende a durare molto, generalmente dai 7 ai 15 giorni ma delle volte anche per alcuni mesi; anche quando sembra che sia passato, può ricomparire se il bimbo suda o se la pelle viene esposta al sole. Negli adulti la malattia può provocare dei dolori articolari.
La quinta malattia è conosciuta anche con il nome di megaloeritema o eritema infettivo ed è causata dal parvovirus B19: è molto frequente nel periodo che va da marzo a maggio. Si tratta di una malattia generalmente non pericolosa che non necessita di cure perché è provocata da un virus; tra l’altro, dal momento che non è infettante non è necessario che il bambino si assenti dalla scuola durante il decorso della malattia. Nel caso di pazienti con particolari malattie del sangue il decorso può essere più grave. Un discorso a parte deve essere fatto per quanto riguarda la quinta malattia in gravidanza. In questo caso anche se la malattia non influisce sullo sviluppo del feto, può comunque comportare un rischio di aborto che va dal 3% al 9% nelle prime venti settimane di gestazione e scende allo 0,5% dopo la ventiduesima settimana.
C’è da dire però che il 60% delle donne in età fertile sviluppa degli articorpi contro la quinta malattia e può succedere anche che molte l’abbiano avuta senza accorgersene perché essa può decorrere senza che si manifesti alcun sintomo. I sintomi della malattia si manifestano in 2 fasi: inizialmente la parte che viene colpita è il volto con le guancie che diventano rosse. Dopo un intervallo di tempo di 3 o 4 giorni su altre parti del corpo (in particolare gambe e glutei) compaiono delle chiazze con il bordo arrossato e il centro chiaro che tendono a confluire tra loro. L’esantema (cioè l’arrossamento della pelle) agli arti e ai glutei tende a durare molto, generalmente dai 7 ai 15 giorni ma delle volte anche per alcuni mesi; anche quando sembra che sia passato, può ricomparire se il bimbo suda o se la pelle viene esposta al sole. Negli adulti la malattia può provocare dei dolori articolari.
La sesta malattia (esantema critico o subitum) è una malattia infettiva che colpisce soprattutto i bambini tra i 6 mesi ed i due anni di età
questo perché prima dei sei mesi il bambino è ancora protetto dagli
anticorpi ricevuti dalla madre in gravidanza. È causata nel 95% dei casi
dall'Herpes virus umano di tipo 6 (HHV6) e nel restante 5% dall’Herpes
virus 7 (HHV7) ed è così denominata perché è il sesto esantema infettivo
descritto in medicina. È più frequente da febbraio a maggio e a
ottobre. Si può trasmettere attraverso il contatto diretto con il muco o
la saliva del paziente infetto, oppure con le goccioline respiratorie
emesse con la tosse, gli starnuti o anche solo parlando.
L’incubazione della sesta malattia può durare dai 5 ai 15 giorni. I primi sintomi sono febbre alta, che dura dai 3 ai 5 giorni, raffreddore, congiuntivite e mal di gola. Una volta scomparsa la febbre inizia a manifestarsi l’esantema, con una eruzione cutanea che però tende a scomparire molto velocemente, nel giro di 24-48 ore. Le chiazze in questo caso sono rosee e non confluiscono mai tra di loro. La fase di incubazione è in genere di 10 giorni e il periodo di maggior contagio della malattia coincide con la fase febbrile.
Non esiste un vaccino per la sesta malattia, poiché si tratta di una malattia molto lieve, di breve durata e senza complicazioni significative. Le complicanze più frequenti sono le convulsioni febbrili. La terapia è unicamente di supporto e mira a risolvere i sintomi, attraverso la somministrazione di farmaci antifebbrili o anticonvulsivanti
L’incubazione della sesta malattia può durare dai 5 ai 15 giorni. I primi sintomi sono febbre alta, che dura dai 3 ai 5 giorni, raffreddore, congiuntivite e mal di gola. Una volta scomparsa la febbre inizia a manifestarsi l’esantema, con una eruzione cutanea che però tende a scomparire molto velocemente, nel giro di 24-48 ore. Le chiazze in questo caso sono rosee e non confluiscono mai tra di loro. La fase di incubazione è in genere di 10 giorni e il periodo di maggior contagio della malattia coincide con la fase febbrile.
Non esiste un vaccino per la sesta malattia, poiché si tratta di una malattia molto lieve, di breve durata e senza complicazioni significative. Le complicanze più frequenti sono le convulsioni febbrili. La terapia è unicamente di supporto e mira a risolvere i sintomi, attraverso la somministrazione di farmaci antifebbrili o anticonvulsivanti
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