
Un debito di 25mila euro con un fornitore e quell'ingiunzione di
pagamento ha tolto la serenità ad un elettricista di 39 anni di
Battaglia Terme, in provincia di Padova, spingendolo a togliersi la
vita. L'imprenditore si è impiccato nel capannone della sua ditta a
Battaglia. L'ha trovato senza vita la segretaria. E pensare che aveva
crediti con due Comuni padovani. Ci sarebbe il profondo stato di
angoscia per un decreto ingiuntivo di pagamento di 25mila euro da parte
di un fornitore, scrive il Gazzettino, all'origine del suicidio del
titolare di una piccola ditta elettrica, un 39enne che si è tolto la
vita ieri impiccandosi nella propria azienda, a Battaglia Terme
(Padova). Il corpo di Pierpaolo Boetto è stato scoperto
dalla segretaria dell'azienda. A indicare quel debito fra le cause
del gesto è stata la compagna dell'uomo, sentita oggi dai carabinieri di
Monselice, il centro della bassa padovana dove i due vivevano. Boetto,
che alcune ore prima del suicidio era parso tranquillo parlando al
telefono con la compagna, vantava diversi crediti, il cui importo è però
ancora in fase di valutazione da parte dei carabinieri. Ora gli uomini
dell'Arma hanno consegnato il loro rapporto al pubblico ministero
Vartan Giacomelli, titolare dell'indagine, per ora senza ipotesi di
reato né alcun nome nel registro degli indagati. Tra i debitori
dell'impresa gestita dall'imprenditore suicida vi sarebbero anche due
Comuni del Padovano. Resta da accertare la relazione tra questa
situazione di crediti vantati verso i clienti e i debiti che l'uomo
avrebbe maturato con i fornitori. L'uomo non avrebbe lasciato messaggi
scritti utili a capire quanto i problemi economici abbiano influito sul
suicidio.
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