domenica 27 gennaio 2013

BEVILACQUA IN CONDIZIONI DISPERATE. "IN CLINICA HA PRESO LA KLEBSIELLA"



ROMA - È giallo sul ricovero di Alberto Bevilacqua, in condizioni critiche nella clinica romana Villa Mafalda, sarebbe trattenuto nella casa di cura, che non ne consentirebbe il trasferimento in un'altra struttura per ricevere cure specialistiche: di qui la denuncia - riporta oggi il Corriere della Sera - depositata dalla compagna dello scrittore, Michela Macaluso, alla procura di Roma.
Secondo il quotidiano, i magistrati hanno aperto un'inchiesta per lesioni colpose (al momento si tratta solo di un'ipotesi di reato senza indagati) nei confronti dei medici della casa di cura. Bevilacqua, 78 anni, entrato in clinica per uno scompenso cardiaco, verserebbe in condizioni fragili per un'infezione alle vie respiratorie e avrebbe bisogno di cure adeguate. La compagna avrebbe inoltre appena ricevuto la lettera di Villa Mafalda con la retta dovuta per i tre mesi di ricovero: 640 mila euro in totale (di cui 120 mila sarebbero già stati versati).
«La mia cliente - dice al Corriere il legale della Macaluso, l'avvocato Giuseppe Zaccaria - è angosciata e stupefatta. Malgrado l'emergenza i medici di Villa Mafalda continuano a trattenerlo violando il protocollo scientifico che prevede di trasferire il paziente nella struttura pubblica meglio attrezzata per le cure specifiche».

"NON VUOL CAMBIARE CLINICA" «Il dottor Bevilacqua è cosciente e ha espressamente detto di non voler cambiare clinica. Siamo stati in sintonia sia con la sorella che con la signora Macaluso. Martedì è stato mandato anche un suo consulente che ha definito congrua la terapia in atto. Ieri qui da noi sono arrivati i Nas. La situazione è grave, ma lui è lucido e cosciente». Lo ha detto in diretta a Tgcom24 il professor Claudio Di Giovanni della clinica Villa Mafalda dove è ricoverato lo scrittore Alberto Bevilacqua.
LA KLESBIELLA Voglio solo salvare la vita del mio compagno Alberto Bevilacqua che, ad ottobre 2012, su consiglio del cardiologo, ho accompagnato in taxi presso la casa di cura Villa Mafalda per alcuni controlli. Non sono mai stata informata della terapia e non l'ho mai concordata con i medici, essendo una poetessa e non un medico. La sorella del mio compagno, da me avvertita del ricovero del fratello, è venuta due o tre volte a visitarlo». Lo afferma, in una nota, Michela Macaluso, compagna dello scrittore Alberto Bevilacqua «Il mio compagno a novembre 2012 ha contratto a Villa Mafalda la klebsiella, infezione multi resistente che può portare a esiti letali. La klebsiella è di tale gravità che è prevista l'immediata denuncia alle autorità sanitarie ed il trasferimento in strutture specializzate per il suo trattamento», conclude Macaluso.
IL DRAMMA DELLA COMPAGNA «La situazione è disperata, sono stravolta». Con la voce rotta e le lunghe pause di chi a stento trattiene il pianto, la compagna di Alberto Bevilacqua, Michela Macaluso, ex attrice con il nome d'arte di Michela Miti, scrittrice e poetessa, riassume così, all'Adnkronos le condizioni dello scrittore, la vicenda sanitaria che l'ha spinta a rivolgersi alla magistratura. Macaluso riesce solo ad aggiungere di stare «scrivendo una memoria per i legali che seguono il caso, con tutto quello che è accaduto». «Stiamo facendo una corsa contro il tempo», spiega all'Adnkronos l'avvocato Rosa Maria Zaccaria che con il padre Giuseppe assiste legalmente la compagna di Bevilacqua: «Il nostro concreto obiettivo è di salvare la vita di Bevilacqua. È quanto ci ha chiesto la signora Macaluso. Purtroppo giuridicamente la signora non ha titolo per prendere decisioni sulla sorte di quello che pure è il suo compagno da oltre 20 anni, i cui parenti conoscono la situazione e non fanno nulla, e che nulla può decidere da solo essendo incosciente». In questo quadro la scelta di ricorrere alla magistratura quale «unico mezzo a disposizione della signora Macaluso», aggiunge il legale. «Il medico di fiducia che ha visitato Bevilacqua ci ha detto che bisogna sbrigarsi, che già ieri era tardi, sottolineando che in questi casi, di infezione multiresistente, chi ha in cura il paziente deve applicare un protocollo che ne prevede l'assistenza con macchinari specifici e se la struttura non li possiede deve trasferirlo ove sono disponibili. Le strutture più adatte a Roma sono lo Spallanzani e il San Filippo Neri. Nonostante questo il medico della clinica Villa Mafalda non sta agendo in questo senso. È positivo che la magistratura abbia già acquisito attraverso i Nas la documentazione della Clinica sul caso di Bevilacqua, un passo necessario per decidere. Speriamo che questa decisione arrivi il più presto possibile», conlude Rosa Maria Zaccaria.
INTERVENGONO I NAS Controlli dei Nas nella clinica romana Villa Mafalda, dove Alberto Bevilacqua è ricoverato in condizioni critiche, dopo la denuncia depositata alla Procura di Roma dalla compagna dello scrittore, Michela Macaluso. I carabinieri dei Nas stanno effettuando verifiche nella clinica e stanno acquisendo la documentazione. Lo scopo è quello di constatare con esattezza la problematica denunciata dalla compagna dello scrittore, in attesa di eventuali ulteriori sviluppi lunedì prossimo. Secondo la donna, la casa di cura non consentirebbe il trasferimento di Bevilacqua in un'altra struttura per ricevere cure specialistiche.
PARLANO I MEDICI DI VILLA MAFALDA La Direzione della casa di cura Villa Mafalda, ove è ricoverato Alberto Bevilacqua, difende, in una nota, la correttezza dell'operato dei sanitari che hanno in cura lo scrittore, oggetto di una denuncia da parte della compagna di Bevilacqua, Michela Macaluso, sottolineando in particolare che lo scrittore era stato ricoverato ad ottobre «in condizioni disperate» e «solo grazie alla perizia dei sanitari e all'adeguatezza della struttura il paziente è ancora vivo», respingendo qualsiasi accusa di violazione di protocolli sanitari, affermando che la terapia in corso è concordata con la famiglia dello scrittore e con il consulente medico della sua compagna e che il paziente non è affatto trattenuto nella clinica. «Le terapie sono state prestate sempre in accordo con la sorella, Anna Bevilacqua, con la signora Macaluso e addirittura il consulente medico di quest'ultima, il professor Mauro Cacciafesta, che ha confermato l'adeguatezza delle terapie prestate consigliando di continuare lo stesso iter terapeutico. Non è stato violato alcun protocollo. La clinica non sta trattenendo in alcun modo il professor. Bevilacqua, il Paziente si trova ricoverato per espresso desiderio della famiglia. Villa Mafalda si riserva di tutelarsi in tutte le sedi opportune per dimostrare la completa infondatezza di quanto dichiarato dalla signora Macaluso», conclude la nota.
«La direzione della casa di cura Villa Mafalda - si legge nella nota - dichiara che il prof. Bevilacqua è ricoverato presso la nostra struttura dallo ottobre 2012 dove è giunto in condizioni disperate. Solo grazie alla perizia dei sanitari e l' adeguatezza della struttura il paziente è ancora vivo. Le terapie sono state prestate sempre in accordo con la sorella, Anna Bevilacqua, con la sig.ra Macaluso e addirittura il consulente medico di quest'ultima, il prof. Mauro Cacciafesta, che ha confermato l'adeguatezza delle terapie prestate consigliando di continuare lo stesso iter terapeutico». «Non è stato violato - continua la nota - alcun protocollo. La clinica non sta trattenendo in alcun modo il prof. Bevilacqua, il Paziente si trova ricoverato per espresso desiderio della famiglia. Villa Mafalda si riserva di tutelarsi in tutte le sedi opportune per dimostrare la completa infondatezza di quanto dichiarato dalla signora Macaluso».

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