ROMA - Il professore non si fa intimorire dagli attacchi continui del
Cavaliere. «Gli italiani non sono matti, ma pieni di buon senso», dice
con il suo consueto humor in risposta a Berlusconi. Quel Berlusconi che
lui stesso nel '94 votò: «Solo allora però, perché credevo potesse
portare avanti una rivoluzione liberale che poi non c'è stata». Ora
quindi col Cavaliere è guerra aperta e Monti evidenzia la mancata
credibilità dell'ex premier, ricordando che, grazie al suo governo, «la
reputazione dell'Italia è stata ripristinata» mentre per anni
«all'estero non si vedeva un premier o un ministro». «Qualcuno –
aggiunge poi Monti con una stilettata anche per la Lega - aveva pensato
di aiutare l'export sopprimendo l'Istituto per il commercio con
l'estero» e aprendo «uffici e ministeri a Monza».
Difende poi l'operato del suo governo, sottolineando come sia stato quello «che ha fatto riforme che venivano sempre rinviate» pur «senza avere i voti». Un messaggio a Bersani per dirgli che non è detto che governerà chi avrà più voti: «Governa chi ottiene la fiducia del Parlamento». Non si sente un democristiano ma un «rivoluzionario» che però definisce famiglia quella «costituita da un uomo e da una donna», mentre i figli «devono essere cresciuti da un padre e da una madre». Non una chiusura totale però al riconoscimento delle unioni di fatto. «Il Parlamento può trovare soluzioni convincenti per regolare altre forme di convivenze».
Se la partita al Senato resta incerta, Bersani si mostra convinto di vincere: «Non abbiamo paura di nessuno, il Pd è l'unico che può reggere la sfida alla destra. E la vinceremo ovunque». Sulle note della canzone “Inno” di Gianna Nannini, scelta come colonna sonora del Pd, il segretario va in tv (anche se continua a preferire la piazza) e tocca anche temi cari agli italiani. Prospetta, per esempio, un intervento per abbassare il prezzo della benzina agendo sull'Iva e non sulle accise. E sul redditometro, che ormai viene criticato un po' da tutti, il leader Pd non lo ritiene «uno strumento risolutivo».
Difende poi l'operato del suo governo, sottolineando come sia stato quello «che ha fatto riforme che venivano sempre rinviate» pur «senza avere i voti». Un messaggio a Bersani per dirgli che non è detto che governerà chi avrà più voti: «Governa chi ottiene la fiducia del Parlamento». Non si sente un democristiano ma un «rivoluzionario» che però definisce famiglia quella «costituita da un uomo e da una donna», mentre i figli «devono essere cresciuti da un padre e da una madre». Non una chiusura totale però al riconoscimento delle unioni di fatto. «Il Parlamento può trovare soluzioni convincenti per regolare altre forme di convivenze».
Se la partita al Senato resta incerta, Bersani si mostra convinto di vincere: «Non abbiamo paura di nessuno, il Pd è l'unico che può reggere la sfida alla destra. E la vinceremo ovunque». Sulle note della canzone “Inno” di Gianna Nannini, scelta come colonna sonora del Pd, il segretario va in tv (anche se continua a preferire la piazza) e tocca anche temi cari agli italiani. Prospetta, per esempio, un intervento per abbassare il prezzo della benzina agendo sull'Iva e non sulle accise. E sul redditometro, che ormai viene criticato un po' da tutti, il leader Pd non lo ritiene «uno strumento risolutivo».
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