sabato 12 gennaio 2013

TORINO, MADRE 32ENNE MUORE DI EPATITE DOPO LA CHEMIOTERAPIA. SCOPPIA IL GIALLO

 
TORINO - Si indaga a Torino sulla morte di una donna di 32 anni, mamma di una bambina di
tre, stroncata il 5 gennaio da una forma di epatite fulminante, all'ospedale Gradenigo del capoluogo piemontese, dopo un ciclo di chemioterapia. I famigliari di Noemi Passaro, la madre Luisa ed il marito Fabio Filieri, si sono rivolti alla magistratura e chiedono che si faccia chiarezza sugli ultimi giorni di vita e sulle cause di morte della giovane.
«Per noi resta un mistero da chiarire - dice il marito - vogliamo che si faccia luce sulla drammatica fine di Noemi, per lei, per noi, ma anche perchè tragedie come questa non si ripetano più. Non gettiamo la croce addosso a nessuno - prosegue -, ma il caso di mia moglie resta un mistero per gli stessi medici che l'hanno avuta in cura. Può darsi che sia stata dovuta a un farmaco, a una terapia sbagliata, non lo so e non sono in grado di fare nessuna ipotesi. Quel che è certo è che, secondo noi, ci sono aspetti da chiarire».
Noemi Passaro era stata colpita dalla malattia lo scorso anno, un tumore alla tibia scoperto allo stadio iniziale. La patologia avrebbe dovuto risolversi con un impianto della protesi al titanio nella gamba e con un ciclo di chemioterapia a scopo precauzionale. E a questa terapia la donna si è sottoposta nel reparto di Oncologia del Gradenigo. Un primo ciclo a fine novembre, un secondo iniziato il 19 dicembre.
Quel giorno Noemi Passaro aveva 38,3 di febbre - come risulta dalla cartella cinica sequestrata dalla polizia giudiziaria della Procura di Torino. Due giorni dopo, quando era stata dimessa, la situazione non era cambiata.
Dopo Natale la donna è stata portata al pronto soccorso dell'ospedale Santa Croce di Moncalieri (Torino), la città dove viveva. Il 29 dicembre è stata trasportata al Gradenigo, dove le sue condizioni si sono aggravate, fino alla morte, la notte del 5 gennaio, giorno del suo compleanno. «Almeno fino a quando non conosceremo i risultati completi dell'autopsia - dice ancora il marito - non vogliamo dare la responsabilità a nessuno, ripeto, e se ci siamo rivolti ad un avvocato ed abbiamo deciso di fare denuncia è solo per sapere perchè non c'è più Noemi».

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