lunedì 4 febbraio 2013

BRINDISI, VANESSA RICORDA L'ATTENTATO: "MELISSA AVEVA IL TORACE DILANIATO"

 
BRINDISI - «Ricordo ancora il corpo di mia sorella, col torace dilaniato e la mano che
sembrava carne macinata». Così poco fa Vanessa Capodieci, rimasta ferita insieme con la sorella Veronica nell'attentato avvenuto il 19 maggio 2012 davanti alla Morvillo-Falcone, ha ricordato nell'aula della Corte d'Assise di Brindisi i primi momenti dopo l'esplosione. Vanessa, benchè ferita, cercò di prestare aiuto alla sorella più piccola che«singhiozzava e diceva che non riusciva a respirare», ha ricordato Vanessa.

IL RICORDO «Io piangevo. Subito dopo l'esplosione - ha detto ancora Vanessa Capodieci - ho strappato i vestiti di dosso a mia sorella perchè erano in fiamme e col mio giubbotto le ho coperto la pancia perchè era aperta». «Io cercavo di rassicurarla - ha continuato - le dicevo di stare tranquilla. Nessuno ci aiutava». La ragazza ha anche riferito di aver notato, una volta scesa dal pullman che da Mesagne l'aveva portata a Brindisi, insieme alle amiche, un cassonetto blu vicino alla scuola: «In quel momento - ha detto - io ho pensato 'cosa ci fa qui quel cassonetto, noi non facciamo la raccolta differenziatà». In quel cassonetto - secondo quanto accertato dagli investigatori - c'erano le bombole riempite di esplosivo che erano state confezionate per compiere l'attentato, di cui deve rispondere l'imprenditore 69enne di Copertino Giovanni Vantaggiato, che ha ammesso le proprie responsabilità. Vanessa è rimasta per dieci giorni nell'ospedale di chirurgia plastica di Brindisi e continua tuttora a fare terapie con creme per le cicatrici; sua sorella Veronica, oggi anche lei in aula, è stata per molti, lunghi mesi tra la vita e la morte.
"HO SENSO DI COLPA, MELISSA NON C'È" «Provo un senso di colpa perché lei non c'è, perché Melissa non c'è ed è ancora per me molto difficile guardare negli occhi il papà e la mamma di Melissa». Lo ha raccontato ai giornalisti Vanessa, la ragazza che nell'attentato avvenuto a Brindisi il 19 maggio scorso, nel quale è morta le sedicenne Melissa Bassi, è rimasta ferita più gravemente di tutte ed è rimasta per mesi tra la vita e la morte. «Loro - ha detto Vanessa, che oggi è stata ascoltata nell'aula della Corte d'Assise del tribunale di Brindisi - sono sempre qui, presenti. È sempre difficile guardarli negli occhi, salutarli. Penso che al posto loro ci potevano essere i miei genitori».

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