giovedì 5 dicembre 2013

STAMINA,TAR DEL LAZIO DA' RAGIONE A VANNOZZI

La protesta a Roma


ROMA - Bocciatura sospesa per il metodo Stamina. Il Tar del Lazio ieri ha accettato il ricorso presentato lo scorso settembre da Davide Vannoni, ideatore della cura, che contestava la composizione della commissione, sostenendone la mancanza d’imparzialità dato che alcuni esperti si sarebbero espressi contro il metodo prima della nomina.  Accogliendo il ricorso, i giudici hanno sospeso il decreto di nomina della commissione e dunque il parere negativo espresso contro il metodo. Immediata la risposta del ministero della Salute che ha annunciato la nomina a breve di un nuovo comitato scientifico che includerà esperti stranieri. «Ho voluto attivare immediatamente le procedure per il nuovo comitato – ha detto il ministro Beatrice Lorenzin – perché ritengo che in questa vicenda non si possano lasciare i malati e le famiglie nel dubbio».
A chiedere l’indagine «seria e rigorosa» di un comitato internazionale è lo stesso Vannoni, durissimo verso la Lorenzin: «È una incompetente. Prima o poi qualche procura interverrà e la metterà sotto indagine dopo le denunce dei pazienti, il reato potrebbe essere omicidio colposo». Il nuovo comitato, secondo quanto stabilito dal Tar, dovrà prevedere «in pari misura» anche esperti con posizioni favorevoli alla metodica e dovrà esaminare le cartelle cliniche dei pazienti perché «dai certificati medici non risulta che questi pazienti abbiano subito effetti negativi collaterali».
Occorre, aggiungono i giudici, «un’istruttoria a tal punto approfondita da non lasciare più margini di dubbio». Intanto la polemica si riaccende.. Invocano un comitato «super partes» i fratelli Biviano, da mesi in presidio a Montecitorio. L’Associazione Coscioni invece chiede «subito un decreto per bloccare il metodo». Per Lorenzo D’Avack, vicepresidente Comitato nazionale di Bioetica, è ora probabile che i tribunali decidano «autonomamente» su eventuali ricorsi. Grazia De Biasi, presidente Commissione Sanità, chiederà «l’autorizzazione ad avviare un’indagine conoscitiva». «Noi continuiamo la nostra battaglia – dichiara Guido De Barros, papà di Sofia - questa è una sospensiva, non è ancora la soluzione. E l’annuncio del ministro di una nuova commissione è l’inizio di una nuova battaglia».

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