mercoledì 5 settembre 2012

L'AQUILA, TRUFFA NELLE RICOSTRUZIONI DOPO IL SISMA: ARRESTATO IMPRENDITORE

 
L'AQUILA - I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di L'Aquila, in esecuzione di un'ordinanza emessa dal Gip Giuseppe Romano Gargarella, hanno arrestato oggi, e posto ai domiciliari, Carlo Ciotti di 52 anni, noto imprenditore edile di L'Aquila.
Il costruttore ha operato varie ristrutturazioni per le case danneggiate dal sisma del 6 aprile 2009.
Ciotti è il primo imprenditore impegnato nella ricostruzione in quello che viene definito il più grande cantiere d'Europa ad essere arrestato. L'operazione della Guardia di Finanza sui presunti lavori gonfiati nella ricostruzione leggera - quella appunto degli edifici classificati 'A', 'B' e 'C' -, in cui sono indagati, oltre a Ciotti, anche un amministratore di condominio ed alcuni tecnici, farebbe intravedere un sistema caratterizzato da intese tra imprese, progettisti e amministratori di condominio per accaparrarsi appalti privati affidati direttamente dai proprietari di abitazioni.
L'operazione arriva quando la ricostruzione pesante, quella che riguarda gli edifici più danneggiati e classificati 'E', sta per partire con migliaia di appalti privati milionari affidati direttamente dai proprietari attraverso le assemblee di condominio, gestite dagli amministratori di condomini, poichè perchè il finanziamento viene considerato indennizzo e non contributo, e quindi non sono previste gare d'appalto ma, al contrario, l'incarico può essere affidato direttamente dai condomini.
Si tratta di operazioni sulle quali c'è la massima allerta proprio per il pericolo di infiltrazioni mafiose, soprattutto di 'ndrangheta e camorra, per le quali ci sono già stati arresti eccellenti, lo scorso anno, tra cui l'imprenditore aquilano Stefano Biasini - il 18 dicembre, nell'ambito dell'operazione «Lypas» della Direzione distrettuale antimafia (Dda) dell'Aquila -, accusato di essere il collegamento con esponenti della 'ndrangheta interessati agli appalti per per ricostruzione.
Ancora oggi, nel diffondere la notizia dell'operazione, la Guardia di Finanza ha lanciato un monito ai cittadini invitandoli «a prestare bene attenzione a ciò che si firma, chiedendo sempre conto e spiegazioni ai tecnici dei lavori resi dall'impresa, anche per non mettere a repentaglio l'opera di ricostruzione della propria abitazione».

LE INDAGINI L'uomo deve rispondere di gravi fatti di truffa aggravata ai danni dello Stato e reati di falso nell'ambito dei lavori della ricostruzione. Sono anche stati sequestrati di denaro ed altri beni per un totale di 700 mila euro. 43 nel complesso gli indagati nell'operazione della Gdf. L'indagine dei finanzieri aquilani, coordinata dal Procuratore della Repubblica del capoluogo, Alfredo Rossini e diretta dal Pubblico Ministero Antonietta Picardi - riferisce la Gdf - ha fatto luce «su gravi e reiterate indebite percezione di fondi pubblici nell'opera di ricostruzione di numerosi condomini, ville e case, tutte nel capoluogo». Per questo, oltre all'imprenditore, sono indagati alcuni tecnici, per aver asseverato lavori mai eseguiti o eseguiti in forma diversa da quella reale, un amministratore di condominio e alcuni proprietari di abitazioni, beneficiari dell'aiuto di Stato, per un totale di 43 persone.
L'inchiesta ha avuto inizio circa un anno e mezzo fa, grazie alle denunce di alcuni cittadini terremotati onesti che, a fronte della constatazione di lavori rendicontati in misura e maniera ben diversa dal reale, hanno deciso di rivolgersi alla Magistratura ed alla Guardia di Finanza. L'arrestato, che risulta iscritto alla Camera di Commercio come «piccolo imprenditore», titolare di ditta individuale artigiana, all'indomani del terremoto era riuscito ad accaparrarsi un numero rilevantissimo di lavori privati di ricostruzione - oltre 160 cantieri - tanto da risultare secondo solo ad un paio di note di società di capitali operanti nell' edilizia, nella classifica degli affidamenti.
Sono state necessarie, quindi, «complesse ed elaborate» indagini di polizia economica e finanziaria che hanno richiesto l'attento esame di documenti contabili e fiscali, la verifica dei materiali utilizzati, di prestazioni effettivamente svolte, l'esame dei progetti presentati e della congruenza dei computi metrici, l'utilizzo di rilievi fotografici dei luoghi ante e post ricostruzione, ma anche esami testimoniali ed analisi di flussi finanziari - soprattutto concernenti il contributo di Stato - riferibili all'impresa coinvolta, ai tecnici, ai proprietari, ecc.
Per le esigenze delle investigazioni, gli inquirenti hanno incaricato i geometri comunali di eseguire mirati sopralluoghi nei cantieri interessati. I finanzieri hanno esaminato accuratamente 73 pratiche di ricostruzione affidate all' imprenditore, (2 riguardanti immobili classificati «A», 66 classificati «B» e 5 con classifica «C»), rilevando per 58 di esse irregolarità e clamorose incongruenze, talvolta reiterate con caratteri di sistematicità anche per immobili del tutto diversi tra loro. Si è così scoperta la rendicontazione di ponteggi che, in realtà, non erano stati montati, attestazione di Stati di Avanzamento, lavori eseguiti laddove, invece, non erano ancora iniziati, false fatturazioni di prestazioni per l'esecuzione di opere edili e certificazioni di totale rifacimento di tetti, a fronte invece di limitati lavori di sistemazione.
In alcuni casi, più clamorosi, è stata rilevata l'incongruenza tra i costi asseritamente sostenuti per la copertura dei pavimenti a protezione dai lavori edili e la rendicontazione degli oneri di demolizione e rifacimento delle stesse pavimentazioni. Ancora, in altri casi, è stata riscontrata sia la fatturazione del rifacimento dell'intonaco e della ripulitura dei muri che, in stridente contraddizione, la fatturazione della demolizione dei medesimi. Infine, almeno in un caso, allegata alla pratica di finanziamento, è risultata inserita la documentazione fotografica tesa a comprovare l'utilizzo di ponteggi, riferibile ad un edificio diverso rispetto a quello interessato.

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