ROMA - Hamid, 13 anni, sognava di diventare una star del calcio. Come il
suo idolo, Ronaldo.
E per questo aveva sempre addosso la maglietta del
Real Madrid. Hamid amava giocare a calcio vicino al mare, almeno
mezz’ora prima del tramonto. E con quella maglietta è morto davanti alla
sua casa di Gaza, ucciso dai proiettili sparati da un elicottero
israeliano durante un raid.Quella maglietta bianca, tutta sporca del sangue innocente di Hamid Abu Daqqa, per i palestinesi è divenuta un simbolo. In rete cresce il tam tam perché si moltiplichino le preghiere per Hamid. E il web amplifica lo sdegno e le proteste per una morte così inutile. Il papà di Hamid non riesce a darsi pace: «La mia casa si trova in una zona lontana da scontri - dice il papà del tredicenne -, a più di un chilometro dal confine con Israele. Non ho mai avuto timori nel vedere Hamid giocare a calcio di fronte alla nostra casa. Quando mi hanno detto che mio figlio era stato colpito al petto da un proiettile israeliano, mi sono precipitato in ospedale. E lì ho visto morire Hamid. E con lui ho visto morire anche il suo sogno di diventare un calciatore del Real Madrid»
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