lunedì 21 maggio 2012

NAUSEA MATTUTINA IN GRAVIDANZA PUO' PREDISPORRE IL BAMBINO ALLA DEPRESSIONE

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La spiacevole sensazione di nausea e vomito che colpisce alcune donne potrebbe avere un impatto negativo anche sul nascituro che diviene più soggetto a disturbi mentali

Di per sé, la nausea e la voglia di vomitare che colpisce alcune donne in gravidanza non è piacevole, se poi si aggiunge che questa situazione potrebbe anche avere un impatto negativo sul feto, la faccenda assume connotati ancora più sgradevoli.

Secondo i ricercatori della Geffen School of Medicine dell’UCLA (Università della California a Los Angeles) i bambini nati da mamme che durante la gravidanza soffrivano di una sindrome conosciuta con il nome di iperemesi gravidica (HG) – che in media colpisce circa l’1 per cento delle donne incinte – sono più soggetti a sviluppare malattie mentali come depressione, ansia, disturbo bipolare e altre.

La iperemesi gravidica può assumere forme estreme e richiedere anche il ricovero in ospedale. È quindi necessario porre molta attenzione ai sintomi che, al contrario della classica e passeggera nausea mattutina, si mostrano con più evidenza.
«Anche se l’iperemesi gravidica può essere una forma di inedia e disidratazione in gravidanza, nessuno studio prima di questo è stato fatto per determinare gli effetti a lungo termine che essa ha sul bambino non ancora nato che ne viene esposto – spiega la dottoressa Marlena Fejzo, coautrice dello studio – HG è una condizione poco studiata e sottotrattata della gravidanza che può provocare non solo problemi a breve termine sulla salute fisica e mentale materna, ma può avere anche conseguenze per tutta la vita sul feto esposto», aggiunge Fejzo.

In questo studio, i ricercatori hanno coinvolto 150 madri che durante la gravidanza hanno sperimentato l’HG. Analizzando i dati raccolti, si è scoperto che questa patologia può essere ereditaria e che 55 delle donne partecipanti allo studio avevano avuto una madre che, a sua volta, aveva sofferto di forti nausee durante la gravidanza. Di queste, 95 non erano tuttavia arrivate a una condizione debilitante.
In linea generale, si è stimato che chi aveva una storia familiare di Hg, aveva 17 volte più probabilità di sviluppare a sua volta la patologia.

Una seconda parte dello studio ha preso in esame la storia clinica dei nati da madri che hanno sofferto di HG e di altri nati da madri che non ne avevano sofferto (gruppo di controllo). Anche qui i dati hanno supportato la tesi dei ricercatori: difatti il 16 per cento dei nati da madri con HG aveva sviluppato sintomi depressivi, rispetto al solo 3 per cento del gruppo di controllo. Oltre a ciò, il l’8 per cento di quelli esposti all’HG è stato oggetto di diagnosi da disturbo bipolare, contro il 2 per cento del gruppo di controllo. Lo stesso discorso vale per gli attacchi d’ansia riscontrati nel 7 per cento dei primi, contro il 2 per cento del gruppo di controllo.

I risultati globali sono stati pubblicati sul Journal of Developmental Origins of Health and Disease, e mostrano che il 38 per cento dei bambini esposti all’iperemesi gravidica avesse sviluppato un disturbo psicologico e/o comportamentale, contro il 15 per cento del gruppo di controllo.

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