MILANO- Per difendere la sua reputazione ha tentato di far uscire dalla sua vita una escort di
alto bordo e il bimbo che lei aspettava da lui. E così sarebbe stato il
mandante, prima di una rapina, fallita, durante la quale la donna, al
quarto mese di gravidanza avrebbe dovuto essere presa a calci fino a
farla abortire, poi del rapimento della prostituta. Per questo il pm di
Milano Luca Gaglio ha chiesto il giudizio immediato di Marco Pracca, noto ex manager di Deutsche Bank Italia
e di altre sei persone accusate di sequestro di persona a scopo di
estorsione, rapina aggravata e porto d'armi. La vicenda per cui l'ex
dirigente dell'istituto di credito tedesco, assolto nell'inchiesta sul
crac della Parmalat, lo scorso gennaio è stato arrestato con i suoi
complici, è venuta a galla in seguito alle rivelazioni di lei e a mesi
di indagini di carabinieri e pm. Lei, una ventinovenne veneta con cui il
banchiere, con il doppio degli anni, separato e con due figli ormai
grandi, aveva da tempo una relazione era rimasta incinta per la seconda
volta e a differenza di quel che era capitato per la prima, si era
rifiutata di interrompere la gravidanza. Pracca, invece, quel bimbo non
lo voleva perchè, questo il movente per investigatori e inquirenti, la
sua reputazione nel mondo della finanza non poteva essere rovinata
dall'arrivo di un figlio avuto da una escort. Ecco allora, come è stato
accertato, che il banchiere organizza un piano per 'liberarsì del
bambino. Tre pregiudicati, che aveva contattato tramite un
amico-mediatore, il 13 dicembre del 2010, con la scusa di consegnare un
pacco per Natale, entrano in casa della prostituta a Peschiera Borromeo
dove, aveva assicurato, aveva nascosto un milione di euro. Soldi che i
tre che potevano tenersi come ricompensa in cambio del 'lavorò: prendere
a calci sulla pancia la prostituta, al settimo mese di gravidanza, per
farle perdere il piccolo. Quando però i tre trovano carte di credito,
bancomat e solo sei mila euro in contanti, decidono di lasciar perdere e
se ne vanno. Qualche mese dopo, la sera del 6 marzo, dopo un tentativo
fallito tre giorni prima, la escort mentre sta rincasando viene di nuovo
aggredita da loro e, sotto la minaccia di una pistola, rapita e portata
in un casolare in mezzo alla campagna nel pavese: ma la sua bellezza e
il suo pancione sembrano 'fare breccià nei rapitori che dopo due giorni
la liberano ottenendo da lei «l'impegno di non farsi più vedere» da
Pracca. Il banchiere, arrestato circa dieci mesi dopo, da quanto si è
saputo si è difeso dicendo di aver ordinato solo di minacciare la donna e
non di sequestrarla, ma le dichiarazioni dei suoi coimputati e una
intercettazione ambientale smentiscono le sue affermazioni. L'altro ieri
il pm Gaglio ha chiesto per lui e per i suoi complici (un odontoiatra e
un concessionario di auto come mediatori e i quattro sequestratori, tre
italiani e un dominicano ai quali avrebbe versato 130 mila euro in
tutto e promesso altri soldi) il processo con rito immediato. Ora la
parola passa al gip Anna Zamagni.
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