mercoledì 4 luglio 2012

SPENDING REVIEW, SCURE SUGLI STATALI. IRA DEI SINDACATI, SI VA VERSO LO SCIOPERO

ROMA - Recuperare le risorse necessarie per evitare l’aumento dell’Iva ad ottobre, per gestire il problema «esodati» e per affrontare l’emergenza terremoto. Il governo si appresta a varare - probabilmente venerdì - il decreto sulla spending review con cui dovrebbe riuscire a reperire circa 8 miliardi per far fronte a tutte queste esigenze.

«Siamo contrari a tagli lineari fatti con l’accetta», ha detto Monti incontrando prima gli enti locali e poi i sindacati a palazzo Chigi. Quello che il governo intende avviare «non è una manovra bis», ma «un’operazione strutturale» diretta a «eliminare gli sprechi e non ridurre i servizi». Le sue parole però non hanno convinto gli interlocutori. Rabbiosa la reazione dei sindacati. «Inevitabile uno sciopero - dice il numero uno della Uil, Angeletti - se ci saranno solo tagli lineari». Duro il giudizio della Cgil che definisce il governo «reticente e criptico». «Se il governo pensa di procedere al taglio degli organici e alla riduzione dei servizi - avverte il leader Susanna Camusso - getta benzina su una situazione molto difficile». Ma le proteste dei sindacati potrebbero attenuarsi se il governo decidesse, come è probabile, di proteggere i dipendenti pubblici in esubero con una deroga rispetto alle nuove regole della riforma-Fornero sulle pensioni. Il segretario della Cisl Bonanni dice infatti che sullo sciopero «ancora non abbiamo deciso, ma siamo comunque contrari al taglio sul pubblico impiego».
A Confindustria, invece, le misure di revisione della spesa non dispiacciono. Giudizio negativo dagli Enti locali, preoccupati per nuovi tagli, soprattutto alla Sanità. «Siamo disponibili a lavorare sui costi standard - ha detto il presidente dell’Anci, Delrio - ma i tagli prospettati sono estemporanei e parziali». Nonostante le polemiche Monti è intervenuto in Parlamento, ribadendo che l’obiettivo del governo è andare «avanti fino al 2013».
Nel programma dell’esecutivo, l’operazione spending review si articolerà in tre fasi. La prima avviata la scorsa settimana con i tagli alla presidenza del Consiglio ed al Tesoro, la seconda con il decreto legge che dovrebbe arrivare venerdì in Consiglio dei ministri, la terza con un nuovo decreto per la riorganizzazione delle amministrazioni periferiche. Sebbene il governo abbia smentito le indiscrezioni circolate sulle misure contenute nel decreto, appare comunque certo il blocco dell’Iva per il 2012.
Oggi intanto verrà votata alla Camera la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni nei confronti del ministro Fornero. Monti le ha rinnovato il suo pieno appoggio e la maggioranza non la voterà.

MONTI: CI SARANNO TRE FASI La spending review è divisa in tre fasi: lo spiega il premier Mario Monti. La prima avviata la scorsa settimana con i tagli alla presidenza del Consiglio ed al Tesoro. La seconda sta per partire con il dl in discussione. La terza arriverà tra qualche settimana con un altro dl per la riorganizzazione delle amministrazioni periferiche.

CAMUSSO: GOVERNO RETICENTE «Abbiamo trovato un governo reticente e criptico nel dire cosa intende mettere nel provvedimento che farà venerdì. Questo ci ha preoccupato». Così il leader Cgil, Susanna Camusso, al termine del tavolo sulla spending review, dando un «giudizio negativo» sul metodo e sul merito. E sottolineando il taglio lineare al pubblico impiego.

ANGELETTI: SE SOLO TAGLI, SARA' SCIOPERO «Non credo si possa evitare lo sciopero generale se ci saranno solo tagli lineari» come quelli annunciati sui pubblici dipendenti. Lo afferma il segretario della Uil, Luigi Angeletti, uscendo da Palazzo Chigi. Siete soddisfatti? «No», replica.
Angeletti, al termine del confronto con il Governo, spiega che «hanno annunciato anche intenzioni che condividiamo, tipo accorpare le province oppure rivedere i costi per gli acquisti. Ma sono solo buone intenzioni, non dicono come lo faranno». E sul taglio dei dipendenti della P.a. il leader della Uil aggiunge: «noi abbiamo detto che che siamo disposti a discutere ma loro si sono rifiutati di farlo. Temiamo che alla fine, banalmente, saranno solo tagli lineari».
Sulla tempistica dell'intervento sul pubblico impiego aggiunge: «ci hanno detto che faranno valutazioni sulle varie amministrazioni e poi ci sarà l'esito. Ma è talmente complicato che alla fine la cosa più semplice sarà fare i tagli lineari».

BONANNI: GIUDIZIO SOSPESO Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, sospende il giudizio sulla spending review appena illustrata dal governo e, uscendo da Palazzo Chigi, spiega che sullo sciopero generale «ancora non abbiamo deciso ma siamo comunque contrari al taglio sul pubblico impiego». Ora «il giudizio è sospeso fino alla decisione finale che prenderà il governo». E se ci sono eccedenze nel pubblico impiego «vanno gestite all'interno dell'accordo firmato con il ministro Patroni Griffi».

INTERVENTI IN SANITA' In sanità si va verso un intervento per 3-3,5 miliardi da qui al 2014, che diventano 8-8,5 miliardi se si sommano ai 5 miliardi di tagli già previsti per il prossimo biennio dalla manovra di luglio 2011. Secondo quanto si apprende, le misure per ottenere questi ulteriori risparmi si starebbero ancora limando e potrebbero puntare, oltre che sulla stretta sull'acquisto di beni e servizi, già prevista e che verrebbe in parte anticipata già al 2012, anche sul sistema di sconti sui farmaci acquistati dal Ssn.
Per il 2012 i nuovi risparmi si dovrebbero attestare a poco più di un miliardo di euro. Mentre per i due anni successivi la spesa sanitaria, che già doveva risparmiare in totale oltre due miliardi e mezzo per l'acquisto di beni e servizi e dispositivi medici, e un miliardo l'anno sulla spesa farmaceutica, dovrebbe produrre circa altri due miliardi aggiuntivi di risparmi.
Per ottenere i risparmi nei mesi che restano del 2012 è quasi certo l'anticipo della tagliola sugli acquisti di Asl e ospedali (secondo l'ultima bozza circolata con un taglio del 3,7%) che potranno avvalersi della prima tranche di prezzi di riferimento appena pubblicati dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici e che, in forza del primo decreto spending review in via di conversione, potranno anche rinegoziare i contratti a prezzi 'troppi altì e interromperli senza pagare penali in caso di mancata risposta da parte dei fornitori. Una fetta importante di risparmi verrebbe poi dallo sconto obbligatorio che applicano allo Stato industrie e farmacie per i medicinali a carico del Servizio sanitario. Quello dell'industria, sempre secondo l'ultima bozza circolata delle misure, passerebbe dall'1,83% al 6,4%, mentre quello dei farmacisti andrebbe dall'attuale 1,82% al 3,65%. Misura che al momento sarebbe prevista per il solo 2012, ma non si esclude che lo sconto rafforzato possa protrarsi anche nel biennio successivo, magari con percentuali meno 'punitivè per la filiera.
E se restasse confermato dal 2013 il ripiano a carico dell'industria farmaceutica del 35% degli sforamenti di spesa, si sposterebbero però i tetti per la farmaceutica territoriale (abbassata all'11,3%) e quella ospedaliera, alzata invece al 3,2%, anche per non 'tagliare le gambè ai farmaci innovativi, più costosi e distribuiti solo negli ospedali. Altri risparmi, infine, arriverebbero da un taglio del 2% rispetto alla spesa del 2011 per l'acquisto «di prestazioni da soggetti privati accreditati per l'assistenza specialistica ambulatoriale e per l'assistenza ospedaliera», oltre che dall'eliminazione di alcuni enti, come l'Istituto mediterraneo di ematologia o l'Alleanza degli ospedali italiani nel mondo.

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